Martedì 12 aprile 2022 ha avuto luogo l’incontro fra il Ministro dell’Istruzione Bianchi e i sindacati della scuola sui contenuti del decreto legge di riforma del sistema di reclutamento e della formazione iniziale e in servizio del personale docente.
Resoconto dell’incontro
Come già accaduto altre volte, anche in questo caso si è trattato di un’occasione persa. Dopo lo svolgimento delle elezioni per il rinnovo delle RSU nei settori della conoscenza, che ha visto la partecipazione di oltre un milione di lavoratrici e lavoratori, invece di valorizzare questo importante evento il Governo decide di mortificare la rappresentanza presentando un “decreto” che è solo da respingere. Ancora una volta l’annunciata importanza del confronto con le parti sociali viene annichilita dall’atteggiamento unilaterale di chi non si pone il tema del consenso sulle proprie proposte politiche.
Sul reclutamento l’incontro ha visto l’illustrazione estremamente sintetica di tre slide che hanno schematizzato la riforma. Nessun testo di legge è stato presentato, quindi le caratteristiche della proposta rimangono complessivamente molto fumose. Il principale problema del modello proposto riguarda, per quello che possiamo intuire, l’assenza totale di un collegamento tra formazione e accesso all’assunzione a tempo indeterminato. Una questione che nel caso dei precari è cogente, tanto che l’unica strada che gli si prospetta è il concorso a quiz. Il problema comunque si pone anche per i neo-laureati, chiamati ad acquisire 60 CFU senza garanzie che questa abilitazione sia poi preludio per una assunzione in ruolo. Il sistema proposto, in estrema sintesi, si configura come un’estensione dei CFU che sono requisiti per l’accesso all’insegnamento e la conferma dei concorsi a quiz. Due misure che si contraddicono, perché chi investe sulla propria formazione non può affidare a un quiz il proprio futuro. Per la FLC CGIL i percorsi di formazione in ingresso devono avere natura abilitante e devono essere uno strumento di formazione e accesso al ruolo, dove i due elementi devono essere connessi in maniera indissolubile.
Mentre sulla carriera dei docenti il Ministro Bianchi ha illustrato l’introduzione di un nuovo sistema da realizzare con il decreto: una proposta indecente che la FLC CGIL ha subito rigettato come irricevibile. Siamo di fronte alla solita invasione delle materie contrattuali. Senza parlare di risorse e saltando il tavolo negoziale, si vorrebbe introdurre per legge una serie di misure come accelerazione di carriera e formazione per il cosiddetto “middle management” oltre che l’introduzione di nuove figure professionali. La norma, dunque, si sostituirebbe al Contratto che è, invece, e deve restare, l’unico strumento che può regolare il rapporto di lavoro, il salario, le progressioni di carriera. La FLC CGIL ha fatto presente al Ministro che su queste basi non vi è spazio alcuno di confronto e ha chiesto lo stralcio della parte riguardante queste tematiche dal decreto per affidarlo interamente al tavolo negoziale che si deve aprire subito all’ARAN per il rinnovo del contratto nazionale.
Il Governo e il Ministro ritirino subito questa idea impraticabile e fuori dalle regole altrimenti la nostra risposta sarà la lotta.