Formazione professionale e scuola non statale: una emergenza sanitaria, una emergenza economica

Riprendiamo una riflessione di Fabio Bocci pubblicata sul sito di Proteo Roma Lazio

Facciamo il punto sugli strumenti di sostegno al reddito e tutela occupazionale in questi settori.

Oramai i provvedimenti del Governo riguardano tutto il Paese: dal 23 febbraio la diffusione del virus ha coinvolto tutte le attività produttive a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, private e pubbliche, formazione professionale ed alta formazione, anche in questo caso pubblica e privata. La sospensione delle attività didattiche ed il divieto di assembramento hanno di fatto fermato tutta l’attività in tutte le aziende dei nostri settori, con situazioni di contesto molto diversificate non solo per area geografica, ma anche per tipo di attività.

Nella notte tra il 7 e l’8 marzo il governo ha emanato un nuovo DPCM recante ulteriori misure di prevenzione e di contenimento della diffusione del virus Covid 19.

L’articolato conferma, sull’intero territorio nazionale, gran parte delle disposizioni già contenute nei precedenti DPCM e prevede misure più restrittive per le zone in cui si è registrata negli ultimi giorni una maggior diffusione del contagio.

La cosiddetta zona rossa è allargata all’intera Nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia si applicano con restrizioni rigorose alla mobilità delle persone, consentendo l’uscita solo per gravi e comprovati motivi di famiglia e di lavoro e. Sono annullate tutte le iniziative che prevedano aggregazione di persone.

Per quanto riguarda l’attività in presenza dei servizi educativi privati nelle zone rosse, delle scuole di ogni ordine e grado, delle Università, delle Istituzioni AFAM, dei corsi di formazione professionale, sono sospese fino al 3 aprile, escludendo qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa. Non saranno effettuate riunioni degli Organi Collegiali in presenza.

Su tutto il resto del territorio nazionale restano in vigore le disposizioni relative alla sospensione dei servizi educativi e delle attività didattiche e formative in presenza fino al 15 marzo, confermando la possibilità per tutta la durata dell’emergenza di attivare modalità di didattica a distanza.

In entrambi i casi deve essere agevolata, in questo stato di emergenza, la richiesta di flessibilità lavorativa e di congedo o ferie su domanda dei dipendenti, fatto salvo quanto previsto per l’accesso al FIS, sempre per evitare situazioni di possibile contagio.

Tutto questo per evitare nei nidi e nelle scuole paritarie, nei centri di formazione professionale un numero superfluo di persone con tutto ciò che ne consegue sul piano delle misure di prevenzione del contagio (uso mezzo pubblici, lavoro in ambienti ristretti, ecc). Dall’altra parte In tal senso, i poteri datoriali vanno finalizzati alla riduzione al minimo degli spostamenti dei lavoratori sul territorio: il personale dipendente e i collaboratori, si devono recare solo per le unità strettamente indispensabili, chiarendo che l’impossibilità di recarsi al lavoro, per ragioni legate al contenimento del contagio, non deve comportare alcuna restituzione di tempo-lavoro. Siamo in uno stato di eccezione e che comporta misure eccezionali, considerato che le regole vigenti non sono adeguate al momento.

Nelle Aziende Private la situazione occupazionale risulta particolarmente complessa per cui si possono attivare gli istituti previsti per le aziende in crisi di tutti i settori produttivi. A tal fine nelle regioni del nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) sono stati già sottoscritti numerosi accordi di tutela. Ora questi accordi si devono trattare anche negli altri territori. Per questo chiediamo alle associazioni datoriali FORMA, CENFOP, ANINSEI, AGIDAE, FISM di adottare soluzioni organizzative che tutelino sia la salute dei lavoratori sia la funzionalità dei luoghi di lavoro.

La FLC CGIL, per tramite la CGIL, chiede al Governo di rafforzare le misure ordinarie di sostegno al reddito di cui al dlgs 81/2015 e di quelle straordinarie già stanziate con i DPCM del 2 marzo 2020 chiedendone, nel contempo, l’estensione su tutto il territorio nazionale.

Le lavoratrici e i lavoratori della formazione professionale e scuole non statali sono invitati a contattare le RSA/RSU FLC CGIL del proprio luogo di lavoro e in mancanza le nostre sedi territoriali per avere maggiori ragguagli sugli strumenti di sostegno al reddito e tutela occupazionale che rispondano alle loro specifiche esigenze.

Auspichiamo che i provvedimenti adottati possano consentire il rapido superamento dell’emergenza e la piena ripresa delle attività e della vita sociale nei luoghi della conoscenza e in tutto il Paese.

FLC CGIL NAZIONALE

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