Roma, 13 settembre – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha stanziato 2,5 milioni di euro per il progetto “Scuole sicure” che saranno investiti in impianti di videosorveglianza, in assunzioni temporanee di vigili urbani, nel pagamento di ore di lavoro straordinario della polizia locale e in campagne informative.
L’obiettivo di un’operazione denominata “Scuole sicure” dovrebbe essere quello di garantire una corretta manutenzione delle scuole: è di due giorni fa la notizia che a Roma otto scuole su dieci non hanno il certificato di antisismicità e che più dell’80% ha bisogno di lavori di manutenzione ordinaria (almeno il 70% di manutenzione straordinaria).
Una ricerca del Cresme (Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell’edilizia) ha evidenziato che a Roma ci sono quasi 19mila aule in 1456 edifici gestiti dal Comune di cui almeno 900 ( il 60%) costruito prima degli anni ’70; in tutto le scuole sono 700 di cui almeno 200 istituti superiori.
Pur sapendo le reali condizioni in cui versano la maggior parte degli istituti romani, la sindaca Raggi ha deciso di aderire a questa iniziativa usufruendo dei 727 mila euro previsti per Roma, di cui 362 mila esclusivamente per la video sorveglianza.
Il pattugliamento degli edifici scolastici italiani e romani rappresenta un segnale estremamente negativo: la scuola è un luogo libero in cui bambini, bambine e adolescenti si devono sentire accolti e avere la possibilità di formarsi in ambienti non militarizzati.
Lo spaccio e l’utilizzo di sostanze stupefacenti sono gravi problematiche che non si possono ridurre alla mera repressione: devono essere affrontate partendo dal contesto delle aree in cui determinati edifici scolastici sorgono.
Da sempre, i docenti e i dirigenti scolastici sono in prima linea nella lotta all’illegalità, lavorando costantemente per garantire il benessere dei propri alunni.
La prevenzione, con il coinvolgimento delle associazioni studentesche, gli enti locali, le forze dell’ordine e le associazioni territoriali antimafia, risulta essere l’unica via percorribile: attraverso l’istituzione di percorsi educativi, informativi e formativi per contrastare l’abuso e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli annunci sensazionalistici e ad effetto non servono, dal momento che le priorità della scuola sono altre: i 2,5 milioni di euro devono essere investiti in un serio progetto di manutenzione e di messa in sicurezza delle strutture e nel reclutamento del personale.
A Roma quei 727 mila euro potrebbero essere meglio investiti!