CNR: i precari della ricerca non sono usa e getta. La mobilitazione continua!

precari CNR

Forte e chiaro il messaggio lanciato nella giornata del 28 luglio, dalle organizzazioni sindacali dal Movimento dei Precari Uniti CNR e da molti esponenti della politica che sono intervenuti a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori precari del CNR ancora in corso di stabilizzazione. Molto grande è stata la partecipazione ai presidi organizzati nel corso della giornata sia al mattino, sulla scalinata del CNR a Roma, P.le Aldo Moro, sia davanti al MUR, nel pomeriggio. Irricevibile è il DM, registrato dalla Corte dei Conti nei gg scorsi, che ripartiva agli EPR le risorse stanziate nella Legge di Bilancio, risorse da utilizzare per il completamento delle procedure di stabilizzazione, come confermato dal parere della Commissione Cultura della Camera. Inaccettabile lo “scippo” dei fondi stanziati dal Parlamento. Inaccettabile il PTA posto in deliberazione del CdA del CNR che recepiva, passivamente, il DM del MUR prevedendo la stabilizzazione di “solo” 51 unità di personale precario su 395 aventi diritto. Nel corso della mattinata e dopo una lunga attesa, soltanto a seguito di una “pacifica” richiesta di incontro davanti alle porte della Presidenza, la Presidente ha tenuto un breve intervento all’entrata della Sede Centrale. E’ sembrato inopportuno l’arrivo dei Carabinieri chiamati dal CNR, come se le lavoratrici e i lavoratori, dopo anni di lavoro precario nell’Ente, non abbiano diritto a manifestare per un lavoro stabile. La Presidente ha poi ricevuto una piccola delegazione in aula Marconi: l’incontro è stato occasione per reiterare la richiesta di rinvio dell’approvazione del PTA, al fine di rivedere le scelte strategiche dell’Ente necessarie al completamento del percorso avviato nel 2017 con l’emanazione della Legge Madia, utilizzando tutte le risorse disponibili e attingendo a tutte le graduatorie vigenti, a partire da quelle dei C2. Le risorse in gioco ci sono e vanno spese SUBITO, a partire dai 22,8 milioni di euro, assegnati al CNR con il D.M. 802/2020, a decorrere dall’anno 2021, come previsto dall’art. 238 del decreto legge n. 34/2020, convertito con modificazioni dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77, e dai 4 milioni di euro del Fondo stabilizzazioni (voce 10014) Rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2020 – Approvato dal CdA il 30 giugno 2021, deliberazione n. 70/2021 – Verb. 435. A queste si aggiungono quelle del D.M. n. 614 (per complessivi 9,65 milioni): il decreto di riparto uscito lo scorso 22 luglio va corretto con estrema urgenza, non solo per garantire dignità e diritti a quanti attendono un contratto di lavoro stabile, ma anche e soprattutto per sostenere e dare slancio fattivamente (e non solo a parole) alla ricerca pubblica e non disperdere professionalità, competenze e potenzialità assolutamente necessarie per  il Paese. Il tema del decreto di riparto e delle risorse è stato affrontato nel pomeriggio al MUR, quando una delegazione di FLC CGIL, FIR CISL e UIL RUA con alcuni referenti del Movimento PU è stata ricevuta dal prof. Giuseppe Recinto, Capo di Gabinetto del MUR. L’incontro si è svolto in un clima di fattiva collaborazione, durante il quale il Capo di Gabinetto ha mostrato sensibilità ad attivarsi, già dalla prossima settimana, quando la delegazione sarà ricevuta dalla Ministra Maria Cristina Messa per approfondire la questione e individuare un percorso risolutivo. ll MUR ha promesso di dare risposte alle istanze portate all’attenzione dalle lavoratrici e dai lavoratori precari che meritano FATTI CONCRETI, non più SOLO PAROLE. La giornata di mobilitazione si è conclusa positivamente, con il rinvio dell’approvazione del PTA, ma ovviamente la nostra protesta continua e continuerà fino a quando anche l’ultimo degli aventi diritto alla stabilizzazione firmerà il suo contratto a tempo indeterminato, completando per intero il processo partito oramai nel lontano 2018. Ci preme sottolineare come sindacati che siamo totalmente impegnati anche nel riconoscimento del diritto alla stabilizzazione anche per coloro che per pochi mesi, a volte giorni, hanno visto sfumare questa opportunità. I fondi ci sono, una prima apertura c’è stata, ora verificheremo la volontà sia della Presidente sia della Ministra.

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