Precari università – La precarizzazione del lavoro di ricerca e di didattica è diventata una normalità negli atenei italiani, basta pensare che ai circa 15.000 strutturati, si affiancano 3.500 ricercatori di tipo A e circa 2.500 ricercatori di tipo B e quasi 15.000 assegnisti di ricerca, necessari per garantire in tutti gli atenei l’ordinario e fisiologico lavoro didattico, di ricerca e in alcuni contesti persino istituzionale. A questo si aggiungono circa 19.000 persone che svolgono attività di docenza con contratti di supporto alla didattica, spesso banditi a titolo gratuito, nelle università statali. Ciò è inaccettabile per il presente e il futuro dell’Università. I ricercatori precari dell’Università svolgono attività stabile di ricerca e didattica e stabile deve essere il loro contratto di lavoro.
Ulteriore ingiustizia ai danni dei precari universitari si è avverata con l’esclusione di queste figure dalla cosiddetta legge Madia che consentirà, tramite un meccanismo di cofinanziamento, la stabilizzazione di un consistente numero di precari in tutti i settori della pubblica amministrazione. Risulta paradossale la discriminazione dei ricercatori precari dell’università, figure analoghe se non addirittura identiche a quelle che operano negli enti pubblici di ricerca, ma ai quali non si offre nessuna prospettiva analoga di stabilizzazione o reclutamento.
In queste ore di definizione del DEF che avvia l’iter di approvazione della Legge di Stabilità, ancora una volta si assiste all’assenza di una minima idea di come affrontare l’annosa questione di dare un presente stabile e una valorizzazione professionale per decine di migliaia di invisibile.
Ogni giorno assistiamo a proclami di cambiamenti, venti nuovi, discontinuità.
Chiediamo che il Governo stanzi le risorse che servono nella Legge di Stabilità per avviare un piano straordinario di reclutamento dei ricercatori e dei docenti precari dell’Università, avviare subito l’iter per una riforma del pre-ruolo che semplifichi la giungla dei contratti precari e garantisca salari e diritti giusti, per mettere fine allo sfruttamento di assegnisti, borsisti, docenti a contratto, rtd, dottorandi.
Il tempo è ora.
Facciamo appello a tutte le realtà di ricercatori e docenti precari, ai coordinamenti spontanei nati in questi anni e in quest’ultima fase, che hanno insieme a noi iniziato ad incontrarsi in assemblee pubbliche ad inizio 2018, di riprendere il cammino moltiplicando in questi giorni momenti di discussione collettiva che come FLC CGIL e ADI abbiamo elaborato.
Una piattaforma non proprietaria ma al servizio degli obiettivi.
Proponiamo, per dare voce a queste istanze e aprire una fase di rivendicazione durante la discussione della legge di Stabilità, di costruire un’Assemblea Nazionale il 17 novembre a Roma durante la quale condividere contributi dalle singole realtà degli atenei e confrontarci direttamente con le rappresentanze del Miur, delle Commissioni competenti e del Parlamento.
Un’Assemblea Nazionale che si pone l’obiettivo di proseguire poi con una fase di mobilitazione diffusa e capillare, decidendo forme e modalità che allarghino la partecipazione.
Per qualsiasi informazione, rivolgiti a Punto. Lo Sportello dei Precari.
FLC CGIL – ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca