In queste settimane è partita la campagna vaccinale per il Covid-19 rivolta al personale docente e non docente delle Università italiane nell’ambito del più ampio intervento per i lavoratori dei servizi essenziali.
La situazione che sta emergendo è disomogenea tra le regioni per quanto attiene l’inclusione delle figure non strutturate dell’Università, in particolare dottorandi, borsisti e docenti a contratto, co.co.co., co.co.pro. che svolgono una parte significativa delle attività di ricerca e didattica; nonché i lavoratori dei servizi esternalizzati.
La FLC CGIL ritiene che l’esclusione di queste figure non sia dunque in linea con le necessità ed esigenze di tutela della salute di tutte e tutti coloro che portano avanti il lavoro nei nostri atenei. La ricerca e la didattica sono lavoro anche quando svolte da figure non strutturate e una parte importante delle mansioni a stretto contatto con il pubblico è affidato spesso a lavoratori di cooperative esterne.
Non prevedere poi l’estensione del piano anche ai lavoratori precari non residenti in alcune regioni rappresenta una contraddizione rispetto all’opera uniforme di contrasto alla diffusione del virus, nonché una risposta parziale nel far fronte all’emergenza epidemiologica.
Non si può intervenire in maniera parcellizzata, non considerando le numerose lavoratrici e i numerosi lavoratori con contratti precari e senza tutele, il cui impegno si è rivelato in questa crisi pandemica ancor più fondamentale per il funzionamento di ciascun ateneo di quanto già lo fosse nella fase pre-covid.
Agire in quest’ordine rappresenta dunque una contraddizione che ostacola l’uniformità dell’azione volta al ritorno ad una vita lavorativa in presenza e in sicurezza.
La FLC CGIL chiede al MUR di emanare una circolare alle Regioni estendendo i piani vaccinali fino ad ora programmati a tutte le categorie di lavoratori precari nelle università (assegnisti di ricerca, docenti a contratto, borsisti di ricerca e co.co.pro, tutor didattici, dottorandi, tecnici amministrativi co.co.co, e lavoratori dei servizi esternalizzati) al fine di dare uniformità e parità di trattamento in tutte le regioni.