Ieri sera, 26 gennaio 2017, è morta Simonetta Salacone. Una donna che ha dedicato la sua vita per costruire e difendere una scuola di tutti e per tutti.
Simonetta è stata innanzitutto una donna di scuola. Ha sempre creduto da docente, dirigente scolastica e da dirigente dell’IRRSAE in una scuola come luogo di educazione, di istruzione aperta a tutti dove c’è posto per opinioni, idee e fedi diverse. Una scuola che promuove l’innovazione, la ricerca didattica e la diffusione di esperienze educative efficaci.
Tutto questo non l’ha solo raccontato, l’ha reso concreto esempio praticandolo costantemente e quotidianamente in contesti difficili e complessi con i pochi mezzi che lo Stato ha messo a disposizione della scuola pubblica.
Partendo da questa concreta esperienza, condivisa con tanti insegnanti, dirigenti e genitori ha contribuito in modo determinante ad affermare, in una città complessa e contraddittoria come Roma, un modello di scuola aperta, laboratorio di cittadinanza e integrazione.
Ci ha proposto un modo esemplare di interpretare il ruolo di dirigente scolastico, inclusivo, democratico e partecipativo.
Simonetta diceva che
“Una buona scuola aiuta bambini e adolescenti a confrontarsi con idee e culture diverse, a incontrare altre narrazioni e miti fondanti diversi da quelli della cultura a cui si appartiene, a trovare, attraverso lo studio e la ricerca, nuove e sempre più efficaci risposte alle domande che la complessità del mondo richiede.”
Per questo suo modo di vivere e costruire la scuola è stata sempre in prima linea per difendere la scuola pubblica dagli attacchi a cui è stata sottoposta negli ultimi decenni.
È stata in prima linea, sempre con grande intelligenza, capacità di confronto e di proposta, nella lotta contro la “riforma” Moratti del secondo governo Berlusconi, contro la “riforma” Gelmini e contro la cosiddetta “buona scuola” di Renzi.
Simonetta, iscritta prima alla CGIL Scuola e poi alla FLC CGIL, è stata e rimarrà un esempio per tutti coloro che quotidianamente si impegnano per educare i bambini e i giovani che vengono affidati alla scuola dello Stato, che utilizzano la cultura disciplinare, le loro competenze professionali e le loro naturali attitudini per costruire una relazione di ascolto e di cura.
In questa Italia di mediocri politici, Simonetta è e rimarrà un gigante di serietà, onestà e capacità, forse, mai adeguatamente apprezzata e valorizzata.
Ciao Simonetta!