Il giorno 14 marzo 2016, le Segreterie Regionali di FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS CONFSAL hanno incontrato il Direttore Generale dell’Assessorato all’Istruzione e Formazione Professionale, dott.ssa Elisabetta Longo, affiancata dalla dott.ssa Paola Bottaro, nella veste di Consigliere del Presidente della Regione per le politiche della formazione. Oggetto del confronto, richiesto dalle organizzazioni sindacali, è stata la condizione generale della formazione professionale nel Lazio, con particolare riferimento alle criticità che si registrano sul territorio regionale.
Le OO SS hanno esternato al Direttore Regionale le proprie preoccupazioni per le croniche difficoltà finanziarie in cui versano alcuni enti, i quali non erogano le retribuzioni ai dipendenti ormai da diversi mesi, inducendo conseguenze drammatiche sulle condizioni personali e familiari dei lavoratori. Emblematico il caso di Formalba, che non è tuttavia l’unico, poiché analoga situazione si determina presso l’Agenzia Provinciale di Frosinone. Ma, a prescindere dalle punte emergenti, rimangono altresì insolute altre problematiche, attinenti alla governance del sistema, nella delicata fase di transizione che lo stesso sta attraversando, in relazione al mutamento degli assetti degli enti locali (superamento delle competenze precedentemente poste in capo alle province, nascita della città metropolitana di Roma, del Comune di Roma, del consorzio dei Comuni). Anche laddove non si manifestano emergenze finanziarie, si determinano tuttavia situazioni di difficoltà per l’accavallarsi di diverse condizioni di stato giuridico, come accade nella provincia di Latina, in forza della convivenza di due contratti, uno facente capo all’Ente Locale (CCNL Formazione Professionale) e l’altro (Contratto Pubblico) applicato agli ex dipendenti dei centri regionali di formazione professionale. A ciò si aggiunga la diversità delle forme di gestione attuate dalle province, dalla gestione diretta alle agenzie, alla gestione per il tramite di società partecipate. A fronte di tutto ciò, le OOSS hanno sottolineato che, alla prova dei fatti, come insegna la vicenda della liquidazione dello IAL, le coperture effettive della legge 23/1992 si sono dimostrate inefficaci rispetto alla tutela dei lavoratori.
Le OOSS hanno sottolineato che i mutamenti in atto nel sistema istituzionale del Paese, con particolare riferimento alla legge Delrio, se da un lato rimettono in discussione vecchi e consolidati equilibri, con il relativo carico di problemi e difficoltà, dall’altro, nel momento in cui pongono nuovamente in capo alla Regione competenze più penetranti di regolamentazione, programmazione e gestione del sistema, costituiscono un’opportunità da non perdere, al fine di rimettere ordine nella filiera formativa, nella duplice articolazione privata e pubblica che è propria del Lazio.
La controparte regionale ha convenuto sulle preoccupazioni espresse dalle OOSS, rilevando come le problematiche esposte siano conseguenza di processi determinatisi nel corso del tempo. La Regione ha fatto quanto in suo potere per alleviare la condizione di difficoltà economica nella quale versano gli enti, erogando quanto più possibile le risorse del FSE, ma, al momento, ciò di cui non si ha contezza sono proprio le risorse del fondo regionale, che dipendono dal quadro finanziario e politico generale del Paese. Si spera che i fondi che risulteranno alla fine disponibili possano essere tali da consentire di confermare lo stesso numero di corsi realizzato lo scorso anno, garantendo la tenuta occupazionale del settore.
È intenzione della Regione cogliere l’occasione della ristrutturazione in atto per svolgere un più efficace ruolo di governo e gestione del sistema, nel quadro di un confronto costruttivo con il sindacato, al quale è stato confermato un appuntamento di qui ad un mese, per fare il punto sulle situazione più difficili e complesse.
Roma, 15 marzo 2016
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