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MOBILITAZIONE PER UN NUOVO SISTEMA DI RELAZIONI SINDACALI – O.D.G. DIRETTIVO FLC CGIL ROMA LAZIO DEL 6/4/17

Seminario di Formazione per Dirigenti Scolastici

L’intesa del 30 novembre 2016 tra il governo Renzi e le OO.SS. confederali è intervenuta in un contesto inedito rispetto a quanto si era determinato negli anni precedenti: da una parte c’era il Governo, chiamato di lì a pochi giorni ad una prova decisiva per la sua esistenza (il referendum costituzionale del 4 dicembre) e che aveva già mostrato segni di forti fibrillazioni interne e di debolezza nei confronti di un’opinione pubblica disillusa dalle scelte e dai risultati ottenuti; dall’altra il movimento sindacale ma in particolare la CGIL che era impegnata nel sostenere la campagna per i referendum sul lavoro e la proposta della carta dei diritti e contemporaneamente si era schierata contro l’approvazione della riforma costituzionale.

In quel contesto l’intesa del 30 novembre ha costituito un oggettivo elemento di grande discontinuità da parte del governo costretto a rivedere uno degli assi portanti della sua politica: l’assenza di confronto e condivisione con le forze sindacali.

Dopo anni di provvedimenti unilaterali dei diversi governi che hanno messo in ginocchio le fasce più deboli o debolissime della società, una ripresa di confronto e di dialogo non può che essere auspicabile per risollevare le sorti dell’Italia.

Per questo l’atteggiamento del sindacato nel corso della verifica del rispetto degli impegni assunti non può che essere rigoroso e improntato verso il raggiungimento del massimo risultato. Per poter realizzare questo obiettivo l’azione sindacale non può essere confinata solo nell’ambito di incontri e scambi di proposte (sicuramente importanti). L’azione sindacale deve essere sorretta da un’adeguata iniziativa di condivisione con i lavoratori rimuovendo timidezza e ritardi, e riportando al centro il ruolo dei lavoratori.

L’obiettivo dichiarato dell’intesa è quello di costruire un nuovo sistema di relazioni sindacali tra governo e sindacati fondato sulla riforma del T.U. della P.A. e sulla radicale revisione della legge 150.

Secondo l’intesa, cardini di queste innovazioni devono essere:

  • Riequilibrio, a favore della contrattazione … degli ambiti di azione della legge e del contratto. Il Governo si impegna a privilegiare la contrattazione quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro, dei diritti e delle garanzie dei lavoratori, nonché degli aspetti organizzativi a questi direttamente pertinenti;
  • Limitazione della durata dell’atto unilaterale all’interno di confini definiti contrattualmente;
  • L’Individuazione di nuovi sistemi di valutazione che garantiscano una adeguata valorizzazione delle professionalità e delle competenze. I contratti collettivi, nei limiti delle previsioni normative, disciplineranno criteri e modalità.

Questi atti dovrebbero costituire le premesse per aprire finalmente la stagione dei rinnovi dei contratti in tutti i settori pubblici.

Ad oggi gli impegni del governo si sono tradotti nella proposta di modifica del D.Lvo 165/2001 e della Legge 150/2009.

L’esame dei testi evidenzia su troppi argomenti troppa distanza fra gli impegni assunti il 30 novembre, gli obiettivi delle lotte sindacali di questi anni e le proposte legislative concrete. Sintomo evidente dell’indisponibilità da parte del governo di agire con coerenza e con determinazione verso la realizzazione degli accordi auspicati.

D’altronde il ritardo con il quale sta procedendo il rinnovo del CCNI sulla mobilità del personale docente (nella parte sulle modalità di assegnazione dall’ambito territoriale alla scuola) testimonia in modo inequivocabile le resistenze presenti nella maggioranza di governo nel rispettare i patti ribaditi in questo caso anche nell’intesa del 29 dicembre 2016. Analogo andamento si è riscontrato nella vicenda delle deleghe previste della L. 107/2015 varate in continuità con i contenuti più deleteri della legge stessa e rimaste in gran parte colme di elementi negativi.

Quanto emanato dal CdM del 23 febbraio sul dlgs 165 e sul dlgs150, in gran parte riconferma l’impianto normativo preesistente e ciò condizionerà in maniera pesantemente negativa i rinnovi dei contratti di lavoro.

Critici sono i passaggi relativi alle materie oggetto di contrattazione – a cui viene ribadita la sottrazione dell’organizzazione del lavoro – , la distribuzione della parte prevalente del salario accessorio in funzione della valutazione delle performance  – che mette in discussione anche le indennità fisse e ricorrenti percepite dai lavoratori di tutti i nostri settori-, le procedure e l’irrogazione delle sanzioni disciplinari,-che amplificano il potere dei dirigenti, che possono sanzionare nella scuola fino a 10 giorni di sospensione-. Risulta inaccettabile inoltre la norma che tratta i licenziamenti disciplinari, dove si collega impropriamente e pericolosamente la violazione di obblighi di legge, regolamentari o contrattuali alla valutazione negativa ai fini della performance. Fortemente insufficiente risulta anche la norma sul precariato. Risulta quindi limitata la possibilità da parte dei contratti di derogare alle leggi ivi compresa la L. 107.

Il Comitato direttivo alla luce di quanto ì emerso ì ritiene opportuno dare mandato alla segreteria regionale:

  • di richiedere alla segreteria nazionale la convocazione di un comitato direttivo che in tempi brevi analizzi le proposte avanzate dal governo ed elabori una proposta complessiva ed unitaria per tutti i comparti della FLC e promuova su larga scala iniziative di informazione e discussione che consentano di avviare un adeguato percorso di mobilitazione dei lavoratori.

E contemporaneamente:

  • di promuovere in tutto il territorio del Lazio una vasta azione di coinvolgimento dei lavoratori sui luoghi di lavoro per condividere le preoccupazioni emerse e valutare le iniziative da intraprendere;
  • di costruire le condizioni affinché, possibilmente in modo unitario, si costruiscano iniziative di mobilitazione a supporto alle proposte di modifica dei testi di legge.
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