Lo scorso 21 gennaio si è tenuto un incontro tra l’Amministrazione dell’ISPRA e le Organizzazioni Sindacali su POLA e smart working. Presenti per l’Amministrazione il Direttore generale, il Direttore AGP, la dr.ssa Tiziana Cianfone e il dr. Stefano Loffredi.
In apertura il dr. La Commare ha tenuto a precisare che perdurando l’attuale situazione di emergenza, nulla muta nella gestione dello smart working in Istituto, almeno fino al prossimo 30 aprile. Tuttavia, visti i tempi di adozione del POLA previsti dal cosiddetto decreto Rilancio, la riunione si è svolta con modalità davvero “particolari”: tempi stretti e nei fatti l’impossibilità di replica, per la pretesa dell’Amministrazione di “volere” le osservazioni di parte sindacale al tavolo e stringere il confronto al solo breve lasso di tempo dalla riunione stessa.
Con questa premessa, pressoché tutte le organizzazioni sindacali non hanno compreso la fretta nell’adottare il POLA che, seppure con il termine previsto al 31 gennaio 2021, non potrà entrare in vigore prima del 30 aprile 2021, ovvero fino al termine dell’emergenza Covid-19 (molto probabilmente fra decreti legge, decreti legislativi, decreti ministeriali e dpcm, è scesa la confusione sulle date anche in capo ai responsabili della macchina amministrativa…).
Il 31 gennaio è quindi una data che poteva essere derogata per dare maggior spazio al confronto con le parti sindacali, come sta avvenendo in altre realtà del pubblico impiego. Ma evidentemente la paura di mettere in discussione qualche “premio di risultato” in capo alla dirigenza, deve aver suggerito di “farla breve” e di concedere pochissimo spazio al confronto.
Solo le forti rimostranze del tavolo hanno indotto l’amministrazione a “concedere” una proroga e consentire l’invio delle osservazioni ai documenti entro lunedì 25 gennaio 2021.
Sul POLA osserviamo che in un contesto nazionale in cui si è orientati verso approcci che si allontanano dalla microprogrammazione, assistendo alla nascita di Piani Triennali per Informatica, Fabbisogno del Personale, Formazione ripensati in conseguenza di una macroprogrammazione sensibile al lavoro agile, già in premessa ci si affanna a specificare e delimitare i limiti ed i confini del POLA in ISPRA, dimenticandosi di coinvolgere in questo processo l’Organismo Paritetico per l’Innovazione (OPI), anche con qualche contraddizione. Ad esempio da una parte si scrive che la prestazione in LAG è senza vincoli e poi a valle si mettono vincoli su luogo e orario.
A nostro parere il POLA si caratterizza principalmente per essere un complicato labirinto di norme che rinviano ad altre norme, ad altri cervellotici piani: siamo dinanzi a un enorme sovraccarico burocratico, la cui attuazione, se davvero la si vorrà, richiederà investimenti importanti in termini di personale, infrastrutture e formazione. Informazioni che non ritroviamo nel documento inviatoci.
Mentre sul Lavoro Agile come FLC CGIL, vista la grande opportunità che tale modalità di lavoro potrà introdurre sul futuro del lavoro pubblico, tema al quale si è mostrato molto sensibile anche la delegazione dell’ISPRA, abbiamo rappresentato come tale modalità di lavoro a partire dal disciplinare proposto non possa essere concepito come strumento unilaterale di organizzazione in capo all’amministrazione, per lo più appesantito da adempimenti burocratici di controllo e monitoraggio. Abbiamo sostenuto come possa e debba essere una modalità ordinaria e innovativa di lavoro, che superi i limiti spazio temporali del lavoro in sede, organizzandolo su obiettivi misurabili e che migliorino la qualità e l’efficienza dei servizi resi, nonché il benessere organizzativo e la qualità del lavoro. Per tutto questo, riteniamo che sullo smart-working si debba aprire anche in ISPRA un tavolo di contrattazione per arrivare ad uno specifico accordo che, come fatto già in altri enti, porterà alla definizione di regole comuni a cui ispirare i successivi disciplinari, che ad oggi non risultano sufficientemente definiti nelle proposte dall’amministrazione.
Abbiamo inviato nostre osservazioni in ossequio all’impegno preso al tavolo.
Tra le varie ed eventuali si è parlato della procedura di Valorizzazione professionale dei III livelli e dei nuovi bandi a TI.
Tale procedura di valorizzazione di III livello è stata recentemente annullata dall’amministrazione, sostenendo l’impossibilità di portare a comparazione profili diversi, ad esempio il geologo con il fisico (quel bando era sbagliato!!! Lo avevamo detto in tutte le lingue e c’era una vertenza legale in corso). Di conseguenza si è scelto un altro percorso per la valorizzazione: la riserva di posti per gli interni del 15% nel prossimo bando di concorso a TI. Ciò potrà porterà ad una riserva di 8-9 posti.
Le risorse finanziarie destinate ai III livelli sono state reimpiegate (tutte? Nutriamo qualche dubbio) per le valorizzazioni dei collaboratori e funzionari, rendendo possibile un lieve scorrimento delle graduatorie in essere.
Purtroppo questa vicenda conferma che le scelte fatte in assenza di un fattivo confronto a monte, ma solo come scelte autoreferenziali dell’amministrazione, non sempre perseguono gli obiettivi prefissati, come sta a dimostrare quanto accaduto, che spesso vedono l’amministrazione soccombente in tribunale o costretta a retromarce…
Complessivamente, non possiamo valutare che positivamente la volontà di Ispra di aprire nuove opportunità di carriera e sviluppo per il personale strutturato e precario, sia pure con modalità diverse e più complesse rispetto a quelle del bando di valorizzazione III livelli. Ma coerentemente non possiamo non sottolineare come la decisione di scegliere un’altra strada per la tale valorizzazione, ovvero quella del concorso pubblico con riserva, potrà non produrre il risultato atteso da lavoratrici e lavoratori dell’Istituto. Sempre nella speranza che si riesca, questa volta, ad evitare situazioni di stallo dovute da eventuali inutili contenziosi.
Vi alleghiamo il prospetto riepilogativo dei nuovi bandi TI, suddiviso per aree e profili. Al momento sono 53 profili.
Vi sarà anche un consistente numero di bandi per contratti TD legati a fonti di finanziamento specifiche previsti nell’ultima legge di bilancio, vincolate ad assumere personale per le incombenze sulle valutazioni d’impatto ambientale. Si tratta di contratti triennali, o a 2 anni con previsione del terzo. Analogamente si prevedono assunzioni a TD per il supporto alla definizione della carta geologica, grazie ad altro finanziamento specifico.