Il 23 febbraio 2021 si è tenuto un incontro di contrattazione integrativa.
L’INFN, dopo la rottura del tavolo di discussione sulla misurazione e valutazione della performance e la ripresa a seguito del ripensamento dell’Ente, ha predisposto un nuovo testo che però solo marginalmente accoglie le richieste sindacali e su cui non è stata data ulteriore possibilità di discussione.
Il testo quindi rimane per noi irricevibile, foriero di possibile conflittualità interna, inutile dal punto di vista del miglioramento della qualità delle prestazioni lavorative. Un esercizio burocratico, inadatto ad un ente di ricerca che vive già costantemente al suo interno meccanismi di valutazione e che non ha bisogno di ulteriori appesantimenti, perdite di tempo, dannose differenziazioni economiche.
Il nostro impegno è a sterilizzare al massimo possibile l’impatto di questa “innovazione” che unilateralmente l’Ente vuole imporre ai lavoratori e alle lavoratrici dei livelli IV-VIII.
Valuteremo se lanciare noi in parallelo una valutazione da parte del personale, dei propri responsabili, direttori di sezione, di laboratorio, di servizi amministrativi e gestionali da cui dipende realmente gran parte del buono o meno buono funzionamento di una struttura.
L’Ente ha illustrato la bozza del Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA) che fa seguito al disciplinare sul lavoro agile che abbiamo discusso nelle precedenti riunioni e che verrà approvato nella prossima riunione del consiglio direttivo di fine febbraio.
Ci siamo riservati di far pervenire a breve un documento scritto di osservazioni al testo presentato.
Abbiamo chiesto un aggiornamento sulla situazione relativa all’applicazione dell’articolo 53, dopo i rilievi avanzati dalla Funzione Pubblica e dal MEF. Non ci sono novità e si attende che l’Ente avvii l’interlocuzione con Funzione Pubblica e MEF per rispondere ai rilievi. Nel frattempo vanno avanti le procedure applicative ed il concorso.
Non si sblocca l’approvazione del contratto integrativo 2017 per i ricercatori/tecnologi dopo i rilievi del MEF e della Funzione Pubblica.
L’Ente ha inviato una sua nota alla Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca perché venga assunta una posizione comune utile a sbloccare i contratti integrativi fermi, senza dover applicare procedure di valutazione non previste da norme specifiche, ma pretese dagli organi vigilanti.
Si è concordato di avviare a breve, una volta quantificati i fondi disponibili per gli anni 2018, 2019 e 2020 (cosa che dovrebbe avvenire entro il mese di marzo), la contrattazione integrativa per stipulare i contratti integrativi per quegli anni recuperando il gap temporale che contraddistingue l’INFN rispetto alla maggioranza degli altri Enti di Ricerca.
A seguito dell’approvazione del disciplinare per i benefici assistenziali andranno rinominate le varie commissioni previste dal disciplinare stesso.
Nei prossimi giorni sia l’Ente che le Organizzazioni Sindacali faranno le nomine di loro competenza.
Il 2 marzo il Presidente Zoccoli incontrerà i responsabili sindacali relativamente alla questione tutt’ora aperta, delle stabilizzazioni del personale precario.
Chiederemo di procedere senza più indugi, francamente immotivati, nella stabilizzazione del personale comma 1 prioritario. Analogamente, viste le risorse più che sufficienti che nel tempo sono state assegnate all’INFN per procedere nella stabilizzazione del personale precario, chiederemo di stabilizzare ugualmente tutti i 24 comma 1 cosiddetti non prioritari.
Contestualmente chiederemo al Presidente Zoccoli di attivare le procedure previste per i cosiddetti comma 2, il cui numero, mai definito con esattezza, ammonta comunque presumibilmente ad una settantina di aventi diritto.
Anche per questo personale, che peraltro sarebbe soggetto ad una procedura selettiva e non ad una stabilizzazione tout court, le risorse sono a nostro avviso già pienamente disponibili.
Questo Istituto è, rispetto agli altri Enti di Ricerca, fanalino di coda nel procedere alle stabilizzazioni previste dalla legge.
E’ tempo quindi di chiudere questa partita, per avviare una nuova fase in cui non riprodurre più fenomeni di precariato diffuso.
Noi su questo siamo pienamente disponibili, speriamo che l’Ente faccia la sua parte.