Comunicato stampa della FLC CGIL. Roma, 28 aprile – La progettazione delle attività estive, che condividiamo nelle sue finalità, in questo anno straordinario, può rappresentare una prima occasione per restituire centralità alla scuola. Dovrebbe però avere uno sguardo di prospettiva che vada oltre i mesi estivi e oltre l’emergenza, per una complessiva riqualificazione del sistema scolastico e per avviare una stagione di investimenti, a partire dal PNRR.
Ci auguriamo perciò che il Ministro, nelle prossime ore, dia seguito agli impegni assunti rilanciando il dialogo con le Organizzazioni Sindacali per la definizione di un vero e proprio “Patto per la scuola”.
Le criticità della nota sul “Piano estate”, a partire dai temi che non affronta, non ci impediscono di cogliere come, dopo un anno scolastico tormentato da sospensioni e riaperture, dad e difficoltà di gestione, l’opportunità della “scuola estiva” rappresenti una risposta positiva e inedita all’esperienza di questa lunga fase di pandemia, che ha troppo spesso compresso l’esercizio dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Un’occasione, che attraverso un nuovo protagonismo delle scuole, può ricostruire tessuti di socialità e solidarietà tra pari e recuperare il senso delle relazioni educative, non solo degli apprendimenti.
Tuttavia il “Piano Estate”, presenta ad oggi alcuni limiti oggettivi per la sua realizzazione concreta. Infatti è tutto contenuto per ora in una nota ministeriale, uscita senza quell’approfondito e necessario confronto con il mondo della scuola, coi suoi protagonisti e i suoi rappresentanti, in assenza di protocolli di sicurezza, di indicazioni sulle modalità di reclutamento e di garanzie contrattuali per le lavoratrici e i lavoratori.
Gli oltre 500 milioni messi a disposizione non sono pochi, per questo si deve procedere con rigore e concretezza: oltre alle finalità occorre guardare alla fattibilità e alla realizzazione materiale dei progetti, intrecciandoli con la complessità delle attività già programmate dalle scuole e prevedendo risorse e tempi adeguati per la progettazione e per poter intraprendere percorsi corretti da un punto di vista partecipativo e tecnico.
È necessario che le prerogative in materia di progettazione del Piano siano affidate alle scuole e agli insegnanti volontariamente disponibili, per “invadere” il territorio. L’esperienza estiva potrà diventare così un ponte tra la scuola, in quanto istituzione cui compete prioritariamente la formazione delle nuove generazioni, e il territorio come comunità di adulti che si assume le proprie responsabilità. Occorre per questo evitare che diventi il supermarket delle occasioni o la caccia ad appalti, trascurando risorse professionali competenti che già operano nelle scuole.
Ci aspettiamo già nei prossimi giorni l’apertura di un confronto sulle azioni da intraprendere, l’avvio urgente dei lavori per un “Patto per la Scuola” che faccia da cornice ai singoli provvedimenti e uno specifico decreto per affrontare le emergenze da noi rappresentate in diverse occasioni: dalla conferma dell’organico Covid, alla proroga al 31 agosto dell’organico “di fatto”, fino all’ampliamento dell’organico ATA, indispensabile per l’attuazione dei progetti estivi.
Occorre entrare nel merito delle questioni organizzative e quindi sindacali e contrattuali che le scelte di questo tipo aprono rispetto alla organizzazione del lavoro e garantire la tutela del personale incaricato dello svolgimento delle attività, da individuare prioritariamente tra quello scolastico, anche a tempo determinato, attraverso l’applicazione del contratto nazionale e il pieno coinvolgimento della comunità educante, a partire dagli Organi Collegiali e dalle RSU, per definire, tra l’altro, le modalità di eventuali contributi di esterni e dare sostanza e contenuti alle iniziative.
Bisogna oggi e con urgenza, trovare le soluzioni ai problemi complessi che da tempo riguardano la nostra scuola: la sicurezza, gli organici e la stabilizzazione dei precari per settembre, altrimenti rischiamo che la scuola estiva sia un ponte verso un nuovo caos.