La Camera dei Deputati è convocata martedì 28 dicembre alle ore 14 per la discussione del disegno di legge di Bilancio 2022. Il testo licenziato dal Senato passerà quindi alla Camera per la votazione definitiva.
Sul fronte dei precari e del reclutamento l’unica misura adottata è l’art. 112-ter, che interviene a tutela dei docenti coinvolti dalla pubblicazione tardiva delle graduatorie del concorso straordinario 2020. La norma prevede che i posti comuni e di sostegno residuati dopo la fase straordinaria di assunzioni da 1 fascia GPS siano destinati, sino al 15 febbraio 2022, alle immissioni in ruolo con decorrenza giuridica ed economica 1° settembre 2022 dei docenti presenti nelle graduatorie del concorso straordinario 2020 della secondaria, per i quali la pubblicazione della graduatoria sia avvenuta dopo il 31 agosto 2021 ed entro il 30 novembre 2021.
Una misura doverosa, ma parziale, in quanto noi avevamo proposto la retrodatazione giuridica al 1° settembre 2021.
Rimangono indietro altre proposte della FLC CGIL, condivise dal tavolo delle forze di maggioranza, che però sono state espunte dal testo definito per scelta del governo.
Tutela idonei del concorso STEM
Ne abbiamo chiesto l’inserimento nelle graduatorie del concorso, in modo che possano accedere alle assunzioni
Reiterazione della fase straordinaria di assunzioni da 1 fascia GPS per il 2022
Si tratta di una misura che potrebbe garantire fino a 27 mila stabilizzazioni nell’ambito del sostegno, oltre a assunzioni anche su posto comune per gli abilitati da concorso straordinario, procedura STEM e scuola primaria (laddove le altre graduatorie fossero esaurite).
Concorso straordinario-bis
Abbiamo chiesto che gli idonei non vincitori della nuova procedura straordinaria, sebbene non inseriti nella graduatoria dei vincitori, possano acquisire l’abilitazione nella classe di concorso per cui partecipano alla procedura.
Un capitolo a parte merita il tema dei percorsi abilitanti e della riforma del reclutamento, uno degli obiettivi declinati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza:
“M4C1.2 MIGLIORAMENTO DEI PROCESSI DI RECLUTAMENTO E DI FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI
Il rafforzamento dell’offerta formativa presuppone un miglioramento delle competenze del corpo docente in servizio, a partire dal suo reclutamento. A tal fine, la riforma del sistema di reclutamento dei
docenti ridisegna le procedure concorsuali per l’immissione nei ruoli del personale docente rafforzando, secondo modalità innovative, l’anno di formazione e prova, mediante una più efficace integrazione tra la formazione disciplinare e laboratoriale con l’esperienza professionale nelle istituzioni scolastiche. […]”
A questo obiettivo è connessa la riforma:
“Riforma 2.1: Riforma del sistema di reclutamento dei docenti
L’attuale sistema di reclutamento degli insegnanti richiede una revisione finalizzata a poter coprire, con regolarità e stabilità, le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo. Tale misura ha l’obiettivo strategico di comportare un significativo miglioramento della qualità del sistema educativo del nostro Paese che non può non passare attraverso un innalzamento delle professionalità del personale scolastico. Il processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022”.
Nella prima relazione del 23 dicembre sullo stato di attuazione del PNRR leggiamo:
“M4C1-Riforma 2.1. Riforma del sistema di reclutamento dei docenti
Una prima parte della riforma è contenuta nell’articolo 59 del decreto-legge n. 73 del 2021”.
Ne derivano 2 considerazioni:
- l’aspetto della riforma riconducibile alla revisione dei concorsi è considerata compiuta con le misure del DL 73/2021 che hanno sostituito le prove scritte dei concorsi ordinari con un’unica prova a quiz. Il governo ha quindi trasformato in “una riforma” la mera misura di semplificazione che la Funzione Pubblica ha dovuto adottare in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19
- l’aspetto relativo alla revisione dell’anno di formazione e prova, anch’esso previsto dal Decreto “sostegni bis” (art. 12 DL 73/2021) ha portato all’emanazione di un decreto ministeriale di riforma dell’anno di formazione che ricalca in tutto e per tutto quello previgente, il DM 850/2015. In pratica il “copia e incolla” di un decreto vecchio di 7 anni viene spacciato per una revisione della formazione iniziale.
In entrambi i casi siamo di fronte a un’occasione mancata, ben distante da una vera riforma del reclutamento utile alla scuola.
La nostra proposta in materia è nota da tempo:
1) chiediamo un sistema stabile di reclutamento che coniughi formazione e accesso alle assunzioni, con percorsi abilitanti che diano l’accesso all’assunzione a TI.
Priorità ai docenti con almeno 3 anni di servizio, con quote di posti riservate: es. 80% dei posti il primo anno, il 60% il secondo e così via.
2) Corsi di formazione abilitante per i docenti di ruolo su altro grado/posto/classe di concorso e per i docenti in servizio presso scuole paritarie e formazione professionale.
3) Costi dei percorsi di formazione a carico dello Stato.
La nostra iniziativa su questi temi continua e nelle prossime settimane organizzeremo anche degli incontri con i docenti coinvolti per rilanciare l’attenzione su queste tematiche.