In questi giorni, nel nostro Paese, stiamo accogliendo decine di migliaia di cittadini ucraini, soprattutto donne e bambini, che scappano dalla guerra. Probabilmente, siamo solo all’inizio di un esodo di massa che è destinato ad aumentare e a durare nel tempo, testimonianza della tragedia che la guerra rappresenta.
Attualmente non è possibile stimare il numero di studenti ucraini che arriveranno nei prossimi mesi e nemmeno dove verranno collocati sul territorio nazionale, ma di certo la macchina della solidarietà è partita ed è forte la volontà del Paese di assicurare un’adeguata accoglienza a questi cittadini, a partire da ragazze/i in età scolare, predisponendo la loro immediata inclusione nelle scuole anche con l’aiuto e il supporto delle amministrazioni locali.
Il percorso va programmato e gestito in prospettiva, nella consapevolezza che le forti criticità della pandemia sono ancora tutte presenti nella quotidianità: evitare di rincorrere l’emergenza è il principio cardine che deve guidare ogni azione.
Per raggiungere l’obiettivo prefissato occorre mettere gli Istituti scolastici nelle condizioni di poter organizzare l’inserimento e la frequenza dei bambini e delle bambine, al fine di avviare con pragmatismo gli interventi necessari.
Tutto ciò richiede misure straordinarie: non solo occorre confermare “l’organico covid”, ma serve incrementarlo prevedendo un aumento numerico di posti, nelle scuole di tutti i gradi, soprattutto nelle zone a più alta accoglienza.
La certezza sulle risorse è un aspetto importante in tutti i processi che il settore istruzione si trova ad affrontare e non può farlo con decisioni a breve termine, se non a danno di tutti i giovani, della loro formazione e socializzazione, e dell’intera comunità educante.
Per il prossimo anno scolastico è prioritario assicurare le dotazioni organiche di docenti, personale educativo ed ATA nei numeri attualmente in servizio per ogni Regione e provincia italiana.
Interventi come quelli previsti dalla Legge di Bilancio devono trovare risorse aggiuntive, perché il decremento anagrafico non può essere visto come operazione contabile a fronte della drammaticità delle situazioni che si stanno vivendo da due anni.
Per questo motivo abbiamo chiesto al Ministero un incontro che apra velocemente il confronto sugli organici affinché, a partire da una riflessione sullo stato delle risorse previste, sia possibile predisporre da subito e con stabilità le misure per far fronte all’accresciuta crisi.
Obiettivo raggiunto, ISIN: applicato il DPCM che destina risorse agli enti pubblici di ricerca non vigilati dal MUR, attraverso una vertenza della FLC CGIL
Con queste risorse l’ ISIN (Ispettorato per la Sicurezza Nucleare) scorre la graduatoria per la valorizzazione dei ricercatori/tecnologi. Leggi il comunicato.