Roma, 20 dicembre – “La lettera con cui il ministro Valditara si rivolge direttamente ai genitori per indirizzare la scelta degli studi dei figli, dopo la scuola secondaria di primo grado, presenta un primo problema, ed è un problema di metodo”. Lo affermano, in una nota, il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari e il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli.
“Le scuole – proseguono i due dirigenti sindacali – sono impegnate da sempre nell’attività di orientamento, che rientra nella loro competenza e responsabilità. Il ministero dovrebbe governare il sistema, metterlo nelle condizioni di svolgere nel migliore dei modi il proprio compito anche in questa materia. Si sceglie, invece, di scavalcarlo e di contattare ‘personalmente’ le famiglie, sottovalutando quanto sia decisiva la conoscenza delle studentesse e degli studenti maturata in anni di insegnamento e di rapporto umano. Come se tutto ciò potesse essere sostituito dai numeri, peraltro utilizzati nell’unica chiave di inserimento nel mondo del lavoro. Stiamo però parlando di istruzione e non di formazione lavorativa: una differenza per nulla banale”.
“Sarebbe poi interessante – proseguono Ferrari e Sinopoli – far conoscere non solo le percentuali di quanti, dopo aver frequentato un determinato istituto, accedono al mercato del lavoro, ma anche le condizioni salariali e non solo in cui svolgono la loro professione. Se è solo questo il criterio con cui scegliere il percorso di studi, che l’informazione sia almeno completa”.
“C’è, infine, la sensazione – venendo invece al merito della comunicazione – che il messaggio sia quello di dissuadere le ragazze e i ragazzi dagli studi universitari il che, in uno dei Paesi europei con un troppo basso tasso di laureati, non sembra esattamente quello di cui abbiamo bisogno, anche come tessuto produttivo. A meno che non ci si rassegni a perseguire una via bassa allo sviluppo, anziché puntare su ricerca, innovazione e lavoro qualificato. Che l’Italia possa affrontare e vincere due sfide cruciali come la transizione digitale e la conversione ecologica puntando su meno e non su più istruzione è un’illusione che può nutrire qualche azienda in cerca di facile profitto, non certo chi ha alte responsabilità di governo in un settore così delicato”.
Per Ferrari e Sinopoli “all’interno della scuola i percorsi di orientamento dovrebbero innanzitutto fornire gli strumenti necessari per conoscere sé stessi e la realtà esterna, per definire i propri obiettivi civili, formativi e lavorativi, strumenti che dovrebbero favorire gli studenti nell’assunzione di decisioni autonome e responsabili, nella messa in atto di comportamenti adeguati al loro obiettivo, nell’adattarsi all’ambiente e gestire i cambiamenti in modo positivo. Il Ministro eviti maldestre invasioni di campo e – concludono Ferrari e Sinopoli – sostenga scuole e docenti nello svolgimento della loro missione costituzionale”.