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ORDINE DEL GIORNO approvato dal COMITATO DIRETTIVO FLC ROMA E LAZIO del 9 NOVEMBRE 2015

I contenuti della Legge di Stabilità 2016 in discussione in questi giorni in Parlamento confermano e rafforzano le scelte inique che l’attuale Governo ha fatto fin dalla sua nascita. Il Jobs Act, le riforme istituzionali e la riforma elettorale, la legge 107 sulla scuola e la Legge 124/15 di riordino della PA sono in perfetta continuità con i provvedimenti emanati dagli ultimi Governi a partire da quello presieduto da Berlusconi fino a quello di Letta. La chiusura del Governo e delle principali centrali datoriali sul modello contrattuale, sui rinnovi dei CCNL nei settori privati e nei settori pubblici, disegnano una modifica netta, di segno reazionario e padronale, della costituzione materiale del Paese e del sistema di relazioni sindacali: si vuole cancellare il ruolo del sindacalismo confederale e dei contratti nazionali di lavoro! Si tratta di un attacco alla democrazia senza precedenti nella storia dell’Italia Repubblicana, condotto con mezzi istituzionali ma non per questo meno eversivo. Una situazione di una gravità eccezionale che richiede una straordinaria risposta democratica che mobiliti tutte le forze sane del paese.

Il Governo a guida del partito democratico ha scelto di stare dalla parte della finanza speculativa, dalla parte degli evasori, dalla parte degli imprenditori come Marchionne piuttosto che dalla parte dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti, dei precari, dei disoccupati. Dalla parte dei privilegi e non da quella dei diritti e siccome noi ancora siamo il sindacato dei diritti non possiamo che essere dalla parte opposta rispetto a questo Governo. La scelta è una scelta netta di un sistema di valori prima che di una scelta di opzione politica: è tempo che tutta la nostra Organizzazione ne prenda atto!

La grande manifestazione del 25 Ottobre, lo sciopero generale con la UIL del 12 Dicembre, la mobilitazione unitaria di tutto il mondo della scuola hanno dimostrato che esiste un tessuto sociale ancora disponibile a immaginare un paese diverso. A quei lavoratori, a quei giovani, a tutti i cittadini il movimento sindacale in modo unitario deve indicare un’alternativa possibile. Il movimento sindacale deve sforzarsi per cercare dentro e fuori di sé la necessaria forza e autorevolezza per costruire ponti, allargare alleanze, instaurare dialoghi con tutti i soggetti, che nella crisi di rappresentanza, condividono valori e battaglie comuni.

E’ il tempo delle generosità e non quello delle chiusure. La CGIL ha il compito che gli consegna la sua storia, quello di unire il mondo del lavoro nell’interesse generale di tutto il paese e dei suoi cittadini. Nei settori della conoscenza, la Legge 107 sulla scuola e, prima, la Legge 240 della Gelmini sull’Università, disegnano un modello di autonomia basato sull’autoritarismo dell’uomo solo al comando, sulla competizione, sulla “meritocrazia” piuttosto che l’autonomia di cui avremmo bisogno, quella della partecipazione, della cooperazione, della solidarietà insomma quella definito nella nostra Costituzione.

Questa Legge di stabilità penalizza i settori della conoscenza, a cominciare dagli interventi che non ci sono, come la cancellazione dei tagli e del divieto di sostituzione del personale ATA, il ripristino di un finanziamento sul Diritto allo Studio degno di un paese civile, risorse sufficienti per il CCNL, lo sblocco del turn over, per continuare con le norme sbagliate che ci sono, come il blocco della contrattazione integrativa, l’assunzione dei cosiddetti super-professori nell’Università e la conferma della precarietà come condizione normale di lavoro nelle università e negli enti di ricerca: tutto ciò determina, insieme alla necessità di bloccare gli effetti più nefasti della Legge 107, la necessità di proseguire la mobilitazione con iniziative all’altezza dello scontro che il Governo ha deciso di continuare sui comparti della conoscenza e più in generale sul mondo di lavoro.

Per questo la FLC di Roma e Lazio sostiene e partecipa alle iniziative di lotta già annunciate coerenti con le nostre critiche al Governo, a partire da quella proclamata dalla FIOM per il 21 Novembre e chiede che tutti i livelli dell’organizzazione si associno a tali mobilitazioni.

La FLC di Roma e Lazio valuta positivamente la decisione assunta in modo unitario da CGIL CISL e UIL e dalle categorie dei settori pubblici di indire una manifestazione nazionale e nello stesso tempo ritiene però necessario che venga indicata da subito la data di uno sciopero, per consentire che esso avvenga nei tempi utili per modificare la legge di stabilità.

La FLC di Roma e Lazio, considerata la necessità di dare una risposta adeguata all’attacco alla democrazia e ai diritti del lavoro e, altrettanto, di dare continuità alle mobilitazioni dell’autunno scorso, chiede alla FLC CGIL Nazionale di impegnarsi con la CGIL affinché si apra e si rafforzi una stagione di mobilitazione generale e straordinaria all’interno della quale lo stesso sciopero dei settori pubblici si trasformi in uno sciopero generale di tutte le categorie.

 

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ORDINE DEL GIORNO COMITATO DIRETTIVO FLC ROMA E LAZIO 9 NOVEMBRE 2015

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