In occasione del Referendum costituzionale, la CGIL e la FLC CGIL invitano a votare NO, poiché valutano l’intervento sulle norme costituzionali come un’occasione persa per introdurre quei necessari cambiamenti atti a semplificare, rafforzandole, le istituzioni, e giudicano negativamente quanto disposto da tale modifica poiché introduce, senza migliorare la governabilità né il processo democratico, un rischio evidente di concentrazione dei poteri e delle decisioni: dal Parlamento al Governo, dalle Regioni allo Stato centrale. L’introduzione, ad esempio, del “voto a data certa” per i provvedimenti proposti dal Governo, attribuiscono all’esecutivo maggiori poteri e la possibilità di dettare l’agenda parlamentare, rompendo l’equilibrio fra i poteri dello Stato.
In tema di salute, molti di noi hanno condiviso negli anni la necessità di una revisione del principio di concorrenza fra Stato e Regioni e auspicato una riforma in tal senso. Ma la modifica della Costituzione che ci offre il Governo conferisce allo Stato disposizioni generali e comuni per la tutela della salute e alle Regioni “la programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali”. Insomma nulla appare cambiato rispetto a quello che già accade ora, ma il potere del governo di “imporre” soluzioni sopra le autonomie regionali aumenta attraverso la cosiddetta “potestà legislativa”. Questo aumenta la democrazia? Questo aumenta l’universalità del nostro sistema sanitario?
A nostro parere la costituzione dovrebbe essere cambiata affinché la partecipazione alle scelte da parte dei cittadini aumenti sempre di più, mentre in questa riforma si chiede ai cittadini un aumento di delega al governo di turno. La FLC CGIL, che ha il proprio Statuto basato sui principi costituzionali, dice No a una modifica della Costituzione che non risolve i problemi del paese e non ne aumenta la capacità democratica.
Istituto Superiore di Sanità, Aula Bovet
Martedì 25 ottobre 2016, ore 10
Interverranno:
Domenico Pantaleo (Segretario Generale FLC CGIL)
Anna Falcone (Vicepresidente Comitato per il NO)