Nei giorni scorsi la FLC CGIL aveva appreso che la Ministra aveva accolto le richieste per includere anche il personale degli EPR nel piano vaccinale già programmato per gli altri settori della conoscenza presentate durante l’incontro del 2 marzo 2021.
Con la nota diffusa il 9 marzo, il Direttore Generale ha reso noto che l’Amministrazione, a seguito della richiesta ricevuta dal MUR, aveva inviato, entro il termine indicato dell’8 marzo, i dati del personale CNR per avviare la programmazione della somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2.
Pur comprendendo che lo scarso preavviso con cui l’Amministrazione ha dovuto rispondere al MUR non permetteva una preventiva informazione a tutto il personale, la FLC CGIL ritiene insufficiente quanto comunicato con la nota del DG: poche righe affogate in una più ampia e dettagliata descrizione delle altre misure per il contenimento dell’epidemia, dando addirittura più spazio alle modifiche per la rendicontazione del lavoro agile.
La FLC CGIL registra la grande confusione creata da questa notizia nella Rete Scientifica che, sparsa sul territorio, è soggetta alla differente gestione, sia del contrasto alla pandemia che dei Piani vaccinali, operata dalle Regioni.
Sebbene nel Piano vaccinale deciso dal Ministro della Sanità e descritto nei documenti del 2 gennaio (Adozione Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19) e dell’8 febbraio (Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19) siano chiaramente determinate le categorie di persone che secondo priorità dovranno ricevere i vaccini nelle diverse fasi individuate, via via fino alla totale copertura della popolazione, ogni Regione sta attuando il Piano con modalità e tempistiche proprie e molto differenti.
A ciò si aggiunge il notevole ritardo nella fornitura di vaccini da parte delle case farmaceutiche produttrici. La FLC CGIL auspica che il Governo, responsabilmente nel contesto europeo, salvaguardi l’interesse nazionale e si faccia promotore per la liberalizzazione dei brevetti che consentirebbe la “produzione” massiccia di vaccini, con conseguenti enormi benefici non solo all’Italia, ma a tutti i Paesi e, in particolar modo, a quelli più poveri. Tuttavia, allo stato attuale, si deve tener conto che la ridotta disponibilità dei vaccini comporta una continua revisione dei tempi di somministrazione alle diverse categorie.
Nelle more dell’inserimento nella programmazione dei Piani vaccinali del personale CNR, a partire dalle categorie fragili o più a rischio, nel breve-medio periodo è importante che si mantengano attive tutte le forme di prevenzione.
In questo clima di incertezza, la FLC CGIL ritiene necessario che l’Amministrazione fornisca il maggior numero di informazioni possibili su come verrà gestito il Piano Vaccinale per i dipendenti, sia a livello nazionale che regionale, evidenziando le categorie che operano in situazioni di maggior rischio e anche in ragione delle attività dichiarate indifferibili per le quali le lavoratrici e i lavoratori hanno continuato a lavorare nelle sedi di lavoro.
La FLC CGIL è a conoscenza che non tutto il personale che lavora in strutture inserite a pieno diritto nelle categorie con priorità per la prima fase (ospedali o strutture con pazienti) ha ricevuto il vaccino, così come non tutte le Università hanno incluso il personale CNR presente nelle proprie sedi, escludendo anche chi ha incarichi di docenza. È evidente che è mancato, finora, il ruolo di indirizzo che avrebbe dovuto esercitare l’Ente.
La FLC CGIL sottolinea che il rispetto della priorità, previste dal Piano vaccinale Nazionale, per coloro che per tipo di servizio, età o patologia, hanno la necessità di salvaguardare la loro e l’altrui vita è fondamentale in un Paese civile, e si adopererà affinché nell’Ente si valuti bene e con obiettività le condizioni lavorative e personali, anche alla luce della proroga del regime di lavoro agile.
La FLC CGIL ricorda, infine, che le fiale di vaccino non si moltiplicano per magia, ma che semplicemente verranno spostate da una categoria di aventi diritto ad un’altra.