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Sgombero rifugiati a Roma, l’indignazione della FLC CGIL. Le istituzioni italiane trovino presto una nuova sistemazione e restituiscano ai bambini la loro scuola

Sgombero rifugiati a Roma, l’indignazione della FLC CGIL.

Le istituzioni italiane trovino presto una nuova sistemazione e restituiscano ai bambini la loro scuola

Comunicato stampa di Francesco Sinopoli, Segretario generale FLC CGIL e di Eugenio Ghignoni, Segretario generale FLC CGIL Roma e Lazio.

La denuncia dell’Unicef sullo stato e sulla condizione drammatica, non solo sul piano psicologico, dei bambini eritrei, figli di rifugiati, costretti ad assistere ieri alla violenza sui loro genitori, fatti sgomberare dalle forze di polizia a piazza Indipendenza a Roma, ci spinge da una parte a condividerne la sofferenza e a manifestare verso di loro la più affettuosa solidarietà della nostra organizzazione, ma dall’altra ad un moto fortissimo di indignazione rispetto alle modalità scelte per effettuare l’operazione.

Siamo perciò accanto all’Unicef, a Medici senza frontiere, alla Caritas romana, a tutte le volontarie e tutti i volontari che hanno dato testimonianza di umanità e civiltà, in un contesto che questa umanità avrebbe potuto perderla del tutto, sotto le sferzate disumane degli idranti su persone inermi e a braccia alzate.

Chiediamo perciò con forza e determinazione che le istituzioni italiane facciano tutto il possibile per restituire a quei bambini, vittime due volte e innocenti due volte, la serenità che meritano, che facciano tutto il possibile per evitare di eradicarli dal contesto sociale, umano e scolastico nel quale sono vissuti fino a ieri, che li aiutino a formarsi dell’Italia l’idea di un paese che antepone la civiltà e il rispetto della dignità della persona umana a qualunque forma di repressione. Va trovata subito, da parte del governo nazionale, del Comune di Roma e della Regione Lazio, una nuova sistemazione per i rifugiati, e per quei bambini si tenga conto delle necessità psicologiche e didattiche, nello sforzo di restituire loro innanzitutto la stessa scuola e gli stessi insegnanti, perché c’è un enorme lavoro di ricostruzione da fare con loro, e siamo certi che la nostra classe docente sarà preparata e in grado di farlo. Quegli insegnanti sapranno, ne siamo certi, risanare le ferite dei bambini. Così come faranno i loro compagni di classe.

Quanto è accaduto il 24 agosto 2017 a Roma deve essere una dura lezione per tutti, soprattutto per le istituzioni democratiche. Quello che abbiamo visto e che ha fatto inorridire il mondo intero, non deve ripetersi.

Mai più.

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