Roma, 12 agosto 2020
AVVIO DELL’ANNO SCOLASTICO 2020/21. GLI OBIETTIVI DI FACCIATA DEL MINISTERO
A tappe forzate, senza alcun rispetto della normativa e dello stesso buon funzionamento del sistema, che è tale solo quando garantisce l’osservanza delle regole, il ministero dell’istruzione impone alla scuola italiana procedure amministrative sommarie, con l’unico intento di poter rivendicare l’obiettivo politico dell’avvio dell’anno scolastico. Un avvio d’obbligo, che, forse, giungerà nei tempi dovuti (la sottolineatura è opportuna) ma con tanti e tali prevedibili strascichi che difficilmente si potrà definire anche in linea con quanto prescritto da leggi, regolamenti e norme pattizie.
Dopo aver imposto procedure concorsuali che hanno fallito l’obiettivo di mettere in cattedra i docenti sin dall’inizio delle lezioni, come avrebbero, invece, consentito quelle suggerite dalle organizzazioni sindacali, e dopo aver imposto il rinnovo delle graduatorie delle supplenze in due sole settimane di tempo, determinando, alla faccia della sicurezza, assembramenti in tutte le sedi sindacali, la cui corretta gestione è stata resa possibile solo dall’esperienza, dall’accortezza e dal gran lavoro degli operatori, continua la corsa ad ostacoli, attraverso una procedura informatica di immissione in ruolo che non dà garanzie di efficacia, e nega, per la fretta, i diritti e le aspettative di chi vede diminuite le possibilità di prestare servizio in sedi meno disagiate, in un anno che si preannuncia almeno tanto difficile quanto quello in fase di conclusione. La prima vittima della corsa contro il tempo imposta dal Ministero è, infatti, il contratto sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2020/21, in violazione del quale non saranno resi disponibili, per le operazioni annuali, i posti presenti in organico di diritto, al netto delle immissioni in ruolo, nonostante l’esplicita previsione in senso contrario del relativo contratto. Ciò in quanto, l’amministrazione, in evidente affanno nella rincorsa all’attuazione delle procedure di assunzione, non metterà a disposizione i posti residui di cui trattasi, pur di velocizzare le operazioni.
Dopodiché, i docenti interessati alle immissioni in ruolo dovranno rincorrere, in pieno agosto, procedure di cui non hanno avuto congruo preavviso. Dal 13 al 16 agosto è prevista l’indicazione, sul sito dell’USR per il Lazio, della provincia prescelta per l’immissione in ruolo, e dal 17 al 20 quella delle scuole. Facile prevedere che molti saranno i docenti impossibilitati ad avere conoscenza di queste scadenze, rese note solo il 10 agosto alle stesse organizzazioni sindacali, così come molti saranno i disguidi determinati dalla contestuale presenza degli stessi docenti su diverse graduatorie, per il contemporaneo superamento di più prove concorsuali e la concomitante presenza in diverse graduatorie di merito. Il tutto mentre le comunicazioni tra ministero e docenti interessati sono ostacolate dal cambio del sistema di posta elettronica istituzionale, del quale vengono segnalati diversi malfunzionamenti. Ovviamente, le approssimative politiche adottate in materia di gestione del personale si sommano alle difficoltà di un anno di cui non occorre ricordare la particolarità: dalla mancanza degli spazi (3/4.000 aule nel Lazio) a quello che appare l’inevitabile ricorso alla Didattica a Distanza nelle scuole superiori della Regione, per tacer d’altro.
A tutto ciò si aggiunge che le contraddizioni della corsa a ostacoli imposta dal Ministero sono state impropriamente scaricate sulle scuole, alle quali è stato delegato il compito, prettamente proprio dell’Amministrazione, di valutare le domande per le graduatorie di supplenza, la cui procedura è stata attuata nel modo concitato poco sopra evidenziato. In una fase nella quale le scuole sono impegnate a garantire la sicurezza dell’anno scolastico alle porte, si è ritenuto di affidare loro un compito aggiuntivo, a parità di organico, senza dare luogo a un coordinamento amministrativo che garantisse uniformità dei criteri di valutazione. Facile prevedere che questo modo raffazzonato di procedere determinerà disparità di valutazione e di trattamento degli aspiranti docenti , nonché ulteriore contenzioso.
Manca, infine, qualsiasi elemento di informazione sulle immissioni in ruolo del personale ATA, la cui funzione, ai fini della sorveglianza e della sanificazione delle istituzioni scolastiche, non necessita di essere ulteriormente illustrata.
Non ci si può esimere dal rilevare quello che sembra essere il vero intento politico perseguito dall’Amministrazione, ossia la necessità di rassicurare l’opinione pubblica – con provvedimenti sovente illegittimi ed inopportuni – circa la propria sedicente capacità di garantire – con le parole e gli annunci – un corretto e ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/21, sul presupposto , meramente teorico, che quanto si verificherà dopo il 14 settembre in termini di ritardi e “aggiustamenti” sarà meno visibile per l’ opinione pubblica stessa.
Forse qualcuno confonde lo stato di emergenza con lo stato di anomia e di confusione. Al contrario, proprio perché vi è effettiva emergenza sarebbero necessari il rispetto delle norme fondamentali e l’attenta ponderazione di ogni provvedimento.
SEGRETERIE REGIONALI DEL LAZIO FLC CGIL – CISL SCUOLA – UIL SCUOLA – SNALS – GILDA UNAMS
Qui potete scaricare il comunicato unitario.