Concorso FIT – Nella video intervista rilasciata a “Repubblica” nei giorni scorsi, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti ha parlato anche del reclutamento della scuola secondaria. Il Ministro ha espresso la necessità di una revisione del sistema di reclutamento, senza però delineare una proposta specifica, lasciando gli aspiranti docenti nella massima vaghezza.
Le affermazioni del Ministro hanno suscitato forte preoccupazione tra gli insegnanti precari ancora non abilitati, gli studenti, i dottorandi, i dottori di ricerca e in genere tutti gli aspiranti docenti, che si sono iscritti ai recenti percorsi universitari per conseguire i 24 CFU, richiesti per l’accesso al concorso del FIT e che, da mesi, stanno aspettando l’uscita dei bandi di concorso.
Si tratterebbe infatti dell’ennesimo cambiamento nel sistema di reclutamento per la scuola, come quelli che nel corso dell’ultimo decennio hanno negato il diritto degli aspiranti docenti italiani ad un percorso di reclutamento chiaro e definito. Siamo di fronte all’ennesimo giro di valzer legislativo che danneggerebbe tutti coloro che hanno investito tempo e denaro nell’acquisizione dei 24 CFU, che da requisito necessario per l’accesso al nuovo concorso FIT rischiano di valere solo come un titolo aggiuntivo.
Abbiamo più volte sottolineato come il D.Lgs 59/2017 che introduce il FIT, nonostante preveda degli avanzamenti legati alla formazione e stabilisca il carattere non oneroso del percorso, presenti diverse criticità. Tra queste, proprio il requisito dei 24 CFU richiesti per l’accesso, ridondante rispetto a ciò che si approfondirà durante il percorso di specializzazione, ma anche la non ripetibilità del terzo anno in caso di valutazione negativa, la mancata valorizzazione del titolo di dottore di ricerca e l’insufficienza di risorse stanziate per la retribuzione degli specializzandi.
Il rinvio o addirittura l’eliminazione del FIT, il cui bando è atteso da migliaia di persone, sarebbero un enorme passo indietro verso percorsi dispendiosi e non formativi. Chiediamo dunque l’apertura di un tavolo di confronto al Ministero, in modo da conoscere i numeri delle future assunzioni, la tempistica dei concorsi e per ragionare dell’ampliamento degli organici necessario a garantire un’istruzione di qualità a tutti i nostri studenti e senza il quale tanti precari, neo-laureati e dottori di ricerca non potranno mai essere stabilizzati.
Ci stiamo preparando alla mobilitazione: ne va del futuro di migliaia di insegnanti, della dignità del lavoro e degli studi di tutta la nuova classe docente, che merita certezze e risposte immediate.
ADI
FLC CGIL
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