Fumata nera in sede di esame congiunto: nessun accordo. I direttori dei due consorzi lasciano il tavolo anzitempo.
fonte: www.flcgil.it
Il Caspur di Roma e il Cilea di Milano sono consorzi finanziati con risorse pubbliche che offrono servizi innovativi e tecnologicamente avanzati in prevalenza alle Università italiane, al Miur e ad alcuni importanti enti di ricerca operando gli opportuni approfondimenti e le ricerche necessarie a rendere sempre attuali e competitivi gli stessi servizi.
Nel quadro di revisione della spesa pubblica e di razionalizzazione delle risorse, il Miur ha disposto la realizzazione di un nuovo soggetto, risultante dall’accorpamento dei consorzi Caspur e Cilea in Cineca, attraverso un processo di fusione che prevede una fase transitoria d’affitto al Cineca delle attività di Caspur e Cilea.
Il 18 luglio u.s., a valle dell’informativa sull’accorpamento dei consorzi Caspur e Cilea in Cineca, si è svolto un esame congiunto, previsto in questi casi dall’art. 47 della legge 428/90. Alla riunione, in teleconferenza dalle tre sedi dei consorzi, erano presenti le rappresentanze sindacali locali e delegazioni di alcune OO.SS. titolate. Per parte datoriale, riuniti presso il Cineca di Bologna, oltre al Presidente e al Direttore del Cineca, erano presenti i Direttori di Caspur e Cilea i quali però hanno lasciato la riunione ben prima del termine, rendendo di fatto incompiuto l’esame congiunto.
Al termine della riunione non è stato raggiunto alcun accordo sulla richiesta delle rappresentanze e dei sindacati presenti di apertura di un confronto stabile, da attivare già nelle fasi transitorie di contratto d’affitto, finalizzato ad armonizzare gli istituti contrattuali normativi ed economici ed a regolare la mobilità tra dipartimenti e tra sedi del personale dei tre consorzi, nonché alla disamina di un nuovo modello organizzativo adatto alla gestione della “nuova entità che costituisca il punto di riferimento unico a livello nazionale” per il calcolo scientifico, i servizi innovativi e il trasferimento tecnologico ed in grado di gestire il futuro ampliamento dell’offerta, per essa prospettata dal Ministero, verso la scuola, la P.A. e il mondo produttivo.
Nessun accordo, dunque, nonostante tutte le OO.SS. e le rappresentanze sindacali presenti convergessero su un documento unitario, presentato nella forma tecnica del “verbale congiunto”. Il testo proponeva di concordare un percorso di confronto tra le parti che, a partire dalle Linee Guida predisposte dal Miur, prevedesse il coinvolgimento diretto della Cabina di regia nella delegazione trattante di parte datoriale, in coerenza ai compiti di indirizzo e monitoraggio dell’accorpamento attribuiti alla stessa dal decreto ministeriale costitutivo.
Appare chiaro, a nostro avviso, l’intento espresso nelle Linee guida di pervenire ad un nuovo soggetto, derivato dalla fusione dei tre consorzi. Un nuovo soggetto che, alla luce delle note difficoltà economiche del Paese, dovrà certo essere in grado di razionalizzare le attività e realizzare economie di scala, ma che al contempo dovrà essere anche in grado di valorizzare le attività di servizio e ricerca, nonché di ampliare l’offerta ad altre realtà e soggetti.
Purtroppo questa nostra lettura differisce assai dalla lettura della controparte, in particolare della componente Cineca, che per tutto l’incontro ha ostinatamente negato la volontà di costituzione di un nuovo soggetto istituzionale, sostenendo la tesi di un Cineca ampliato che assorbirebbe i due altri consorzi, di fatto inserendoli nel modello organizzativo esistente come mere appendici organizzative. Il Cineca così pacificamente ampliato, a management invariato e senza alcuna modifica statutaria, si limiterebbe, ben che vada, al mantenimento delle attività esistenti, peraltro escludendo a priori qualsiasi ampliamento delle attività.
Una tesi minimalista, a nostro avviso in contrasto con le Linee guida, che se confermata getterebbe inquietanti dubbi circa il futuro dei due prestigiosi consorzi, delle loro attività e del personale che in essi vi operano. Dubbi, forse dettati da un’interpretazione riduttiva del processo in corso, sulla natura stessa del nuovo (o vecchio!?) consorzio e dubbi sul suo futuro assetto.
Molti dubbi, di metodo e di merito, rispetto cui registriamo un crescente malessere oltre che del personale dei consorzi Caspur e Cilea, anche da parte di diversi altri autorevoli attori. Dubbi condivisi anche dalla FLC CGIL su cui sentiremo a breve l’opinione del personale interessato in assemblea e con cui, in attesa dell’incontro già richiesto alla Cabina di regia, si deciderà come proseguire e quali iniziative mettere in campo.