La Giunta Regionale del Lazio ha approvato, con delibera n. 919 del 28/12/2017, il dimensionamento scolastico del Lazio relativo all’anno 2018/19.
Mentre, da un lato, i membri della Consulta Permanente regionale per l’Istruzione hanno tempo fino al 9 gennaio 2018 per esprimere le proprie osservazioni al verbale della seduta conclusiva svoltasi il 18 dicembre, con all’ordine del giorno proprio la questione dimensionamento – seduta in cui, per inciso, alcune questioni erano rimaste irrisolte e rimandate a una successiva sessione da tenersi in tempi brevissimi – dall’altra la Giunta ha bruscamente accelerato l’iter, dimostrando, con una delibera unilaterale, di non tenere nella corretta considerazione il parere di Enti Locali, Ufficio Scolastico Regionale e Organizzazioni Sindacali.
Nonostante che nel comunicato stampa apparso sul sito della Regione Lazio si affermi esattamente il contrario e cioè che “le decisioni sono state prese attraverso un confronto continuo e costruttivo” con i soggetti di cui trattasi. Anche nel merito del dimensionamento, poi, come del resto era già accaduto anche in passato, le decisioni della Giunta si sono allontanate dalle proposte della Consulta su alcuni punti di rilievo politico e procedurale, a partire dalle regole dettate dalla stessa Regione per la redazione dei piani provinciali.
Del resto, l’ormai prossima chiusura della legislatura regionale conferma l’andamento complessivo della stessa, durante la quale il confronto non è stato costante e non si è svolto su tutte le tematiche proprie dell’attività dell’Assessorato all’Istruzione, sia nel settore scolastico che in quello della formazione professionale. In quest’ultimo comparto, unico ad essere oggetto di una legge regionale (la n. 5 del 2015) si è inopinatamente assistito alla presentazione della nuova legge nella sede di un ente datoriale in luogo di una più appropriata sede istituzionale, il che ha certo offuscato l’immagine di imparzialità che deve sempre connotare le istituzioni pubbliche. A fronte di ciò, la nostra richiesta di una legge regionale complessiva di riordino dell’intero comparto della formazione professionale, avanzata in apertura di consiliatura, è rimasta inevasa, e questa mancanza oggi si ripercuote negativamente sulla crisi delle gestioni pubbliche comunali (come, da ultimo, nel caso di Albafor).
Altrettanto è rimasta inevasa anche un’altra richiesta avanzata da queste OO.SS., quella di una nuova legge sul diritto allo studio scolastico (ferma alla legge del ‘92) e mentre rischia di non concludere il suo iter legislativo neppure la legge regionale sul diritto allo studio universitario. In queste condizioni, impossibile per le OO.SS. sottrarsi ad una valutazione di assoluta insufficienza delle Relazioni sindacali tra l’Assessorato all’Istruzione e le OO.SS., che raggiungono, sotto questo profilo, un minimo storico, tanto sul piano formale che sostanziale.
La legislatura regionale verrà a scadere nel 2018. Complessivamente un’occasione mancata per il sistema scolastico e formativo regionale a causa della carenza di respiro progettuale e di dialogo sociale e politico. Di tutto ciò, la vicenda del dimensionamento 2018/19 è la coerente conclusione.
Roma, 8 gennaio 2018