Si apre il nuovo anno scolastico, il terzo caratterizzato da una pandemia che ha modificato profondamente abitudini, stili di vita, rapporti umani, modalità di erogazione delle prestazioni professionali e che, nei nostri settori, ha significato ripensare al modo di fare ed essere scuola.
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Le distanze fisiche, pur colmate in vario modo dalla vicinanza virtuale grazie al massiccio ricorso alle tecnologie, e la gestione del distanziamento nelle attività in presenza hanno condizionato il modo di stare insieme e di condividere esperienze formative che si sostanziano nella quotidianità delle relazioni e, soprattutto per i più piccoli, nella corporeità, nel movimento, nel contatto anche fisico.
In tutti i casi, la nuova dimensione relazionale, che rappresenta la ragione principale dei processi di insegnamento-apprendimento, ci ha costretti da un lato a ridefinire la stessa funzione-docente nella sua valenza educativa e pedagogica, e dall’altro ad adattare l’organizzazione intera del sistema per rispondere, nello specifico delle singole professionalità, ad un modello diverso di servizio pubblico.
Con l’impegno, la creatività, la passione, la competenza che, come lavoratrici e lavoratori della scuola, caratterizzano da sempre il nostro operare, abbiamo fatto l’impossibile perché paure, debolezze, disorientamento non incidessero troppo negativamente sul nostro essere comunità educante e sulla nostra capacità di tessere relazioni significative.
Vorremmo poter dire che questo nuovo anno rappresenterà il ritorno alla normalità, ma i dati sulla diffusione del virus non sono tranquillizzanti. Siamo convinti che la copertura vaccinale sia una misura di sicurezza e un dovere civico, ma sappiamo anche che non è sufficiente per avere davvero tutti in presenza. Per questo ci siamo battuti per avere risorse e spazi aggiuntivi, interventi sul trasporto pubblico e misure straordinarie, rivendicando la centralità del sistema pubblico di istruzione come investimento strategico per il futuro delle nuove generazioni e dell’intero Paese.
Ed è stato grazie alla nostra tenacia e alla nostra convinzione che la conoscenza rappresenti la via maestra per uscire da una crisi che non è solo sanitaria, ma anche economica, politica, sociale che abbiamo ottenuto risultati, insufficienti ma significativi, non affatto scontati: dal patto per la scuola, alle misure e alle risorse aggiuntive previste dal decreto sostegni bis, agli impegni assunti dal Ministero con la sottoscrizione del Protocollo di Sicurezza.
Nell’interlocuzione con l’Amministrazione in vista della ripartenza, nonostante la nostra voce sia stata spesso l’unica “ostinata e contraria”, non ci siamo mai sentiti soli: in ogni momento abbiamo avuto la certezza di rappresentare i bisogni e le speranze delle lavoratrici e dei lavoratori, delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, delle famiglie e dell’intera società civile. E con questo spirito intendiamo affrontare il nuovo scolastico, orientando il nostro impegno nella direzione di una sempre maggior tutela dei lavoratori che, nella nostra idea di scuola, si accompagna al diritto di tutte e di tutti a un’istruzione di qualità, laica, accessibile a tutti.
La nostra missione sindacale trae forza dal consenso e dal sostegno di chi lavora, per questo l’anno che sta per iniziare vedrà appuntamenti importantissimi, in particolare l’elezione delle RSU e il rinnovo della componente elettiva del CSPI, determinanti per proseguire sulla strada verso una scuola, un Paese, un mondo migliori.
Certo di avervi al nostro fianco nelle iniziative che sarà necessario intraprendere e di poter contare sul vostro voto nelle prossime tornate elettorali, confermando ancora una volta il primato delle preferenze alle nostre liste, auguro a tutte e a tutti buon anno e buon lavoro, per un autentico percorso di crescita, personale e professionale, dell’intera comunità educante.
Francesco Sinopoli
Segretario generale FLC CGIL