Precaria da 13 anni, abilitata nel 2014 e vincitrice di concorso ordinario due anni dopo, mai entrata in ruolo e ancora costretta alle supplenze. Accetta un incarico breve fino al 28 febbraio, “meglio di niente” dice, ma ad oggi ancora attende lo stipendio di novembre che non può essere liquidato poiché il Ministero ha esaurito i fondi, parola della Ragioneria di Stato della provincia di appartenenza.
Non è letteratura contemporanea, ma la storia di Loredana, docente precaria di lungo corso che ha raccontato la sua storia in una lettera inviata al Corriere di VIterbo. Una storia comune a molti, un precariato svilente che passa per concorsi vinti ma cattedre mai ottenute, spezzoni orari sostituendo colleghi su e giù per la provincia restando nelle sabbie mobili della seconda fascia.
Loredana aspetta il suo stipendio fino al 4 gennaio poi, insieme alla sua rappresentante sindacale si reca presso la Ragioneria di Stato provinciale per chiedere spiegazioni, e qui scoprono che i fondi sono già esauriti, nonostante l’incarico sia stato affidato fino al 28 febbraio. La docente conclude la lettera con una chiosa amara ringraziando Stato e Ministero per, testualmente, “aver fatto passare a me e ai miei figli uno splendido Natale di ristrettezze e rinunce“.