Incontro al MUR sui settori Università, Ricerca e AFAM

Avviato il confronto sui singoli settori così come richiesto dai sindacati. Adesso si vada avanti in questa direzione per affrontare le specifiche criticità.

Come concordato nella riunione del 5 maggio, si è dato avvio al confronto sui singoli settori e pertanto, nella giornata di ieri, 19 maggio, si sono tenuti tre specifici incontri su Università, Ricerca e AFAM.

Questi incontri, come concordato e ribadito inizialmente nelle tre riunioni dal Capo di Gabinetto, rispondevano allo scopo di programmare il confronto sui singoli settori in relazione alle specifiche criticità da affrontare. Unitariamente, in premessa alla discussione di merito, nelle riunioni è stata ribadita la richiesta che nei prossimi incontri le delegazioni sindacali fossero composte da tre componenti per sigla.

Riguardo alla riunione sull’Università, è stata chiesta l’apertura di tavoli relativi:

  • al rinnovo del CCNL, richiamando l’attenzione sul ruolo che a nostro avviso deve giocare il MUR, a partire dalla richiesta di specifiche risorse economiche per consentire la valorizzazione professionale, in considerazione anche dei 10 anni di sostanziale blocco delle progressioni economiche e di carriera. A riguardo il Ministero è stato sollecitato a farsi  parte attiva sia per superare una serie di vincoli normativi riguardo la costituzione e l’utilizzo del salario accessorio e sia per addivenire ad un’applicazione adeguata della norma che prevede la possibilità di selezioni riservate per i passaggi verticali, considerato l’ampliamento dei tempi di applicazione e l’aumento della aliquota rispetto ai concorsi esterni (dal 20 al 30% nel triennio 2020-2023). Infine, è stato richiesto che il confronto si sviluppi sui temi attualmente in discussione all’ARAN, dall’ordinamento, ai lettori-CEL (abbiamo sollecitato a riguardo l’urgenza di un intervento per far slittare la scadenza del 30 giugno per la stipula dei contratti integrativi di sede), sul personale dei policlinici universitari e sull’istituzione della figura del tecnologo a tempo indeterminato nell’università;
  • agli interventi di natura economica e ordinamentale per il rilancio del sistema universitario. Abbiamo rappresentato la necessità di un rilancio vero dell’Università che si ponesse l’obiettivo non solo di recuperare i tagli di questo decennio, ma che avesse come traguardo la media degli investimenti dei Paesi UE. Abbiamo quindi chiesto che il confronto si sviluppasse sulle linee di indirizzo e sulle priorità degli interventi, che sono certamente di natura economica (FFO, diritto allo studio, ecc.) ma anche di carattere normativo, di superamento della L.240/2010 e di una serie di interventi che hanno indebolito fortemente la visione unitaria del sistema universitario, incentivato la competizione   tra gli atenei, determinato forti squilibri;
  • al reclutamento e superamento del precariato. Abbiamo rappresentato la situazione attuale, di forte carenza di personale tecnico e amministrativo e di personale docente e ricercatore e quindi la necessità di un confronto per dare risposte concrete all’elevato numero di lavoratori precari che in questi anni hanno contribuito in maniera determinate allo svolgimento delle attività negli atenei. Necessità quindi di un reclutamento straordinario e, nel contempo, di una revisione delle norme per l’accesso ai ruoli della didattica e della ricerca, segnalando a riguardo la necessità di “presidiare” il percorso già avviato in parlamento.

Relativamente alla fase2, abbiamo fatto presente la necessità e l’urgenza di una risposta alla richiesta di concordare un protocollo nazionale, avanzata con nota unitaria l’11 maggio.

Riguardo alla riunione sugli Enti di Ricerca è stata chiesta l’apertura di tavoli relativi:

  • al rinnovo del CCNL, ribadendo l’attenzione sul ruolo che a nostro avviso deve giocare il MUR, a partire dalla richiesta di specifiche risorse economiche per consentire la valorizzazione professionale, in considerazione anche dei 10 anni di sostanziale blocco delle progressioni economiche e di carriera che, come per il caso dei ricercatori e tecnologi, stanno determinando un’inaccettabile permanenza della maggior parte del personale (poco meno del 70%) al livello di ingresso. Il ministero è stato sollecitato a farsi parte attiva sia per superare una serie di vincoli normativi riguardo la costituzione e l’utilizzo del salario accessorio e sia per addivenire ad un’applicazione adeguata della norma che prevede la possibilità di selezioni riservate per i passaggi verticali, considerato l’ampliamento dei tempi di applicazione e l’aumento della aliquota rispetto ai concorsi esterni (dal 20 al 30% nel triennio 2020-2023). Infine, è stato richiesto che il confronto si sviluppi sui temi attualmente in discussione all’ARAN, come quello relativo a ipotesi di modifica sull’ordinamento del personale tecnico-amministrativo e ricercatore-tecnologo;
  • agli interventi di natura economica e ordinamentale per il rilancio del sistema degli EPR. Abbiamo rappresentato la necessità di un rilancio vero della ricerca del Paese che si ponesse l’obiettivo non solo di recuperare i tagli di questo decennio, ma che avesse come traguardo la media degli investimenti dei Paesi UE in ricerca e sviluppo. Abbiamo quindi chiesto che il confronto si sviluppasse sulle linee di indirizzo e sulle priorità degli interventi, che sono certamente di natura economica ( l’attuale finanziamento ordinario degli EPR è complessivamente inferiore a quello di 10 anni fa) ma anche di carattere normativo, per corrispondere alla necessità di una governance unitaria del sistema ricerca oltre che di indirizzo per valorizzare e applicare appieno il DLGS 218/2016;
  • al reclutamento e superamento del precariato. Abbiamo rappresentato la situazione attuale, di forte carenza di personale tecnico e amministrativo e di personale tecnologo e ricercatore ( l’Italia ha circa 1/3 dei ricercatori della Germania e metà di Francia e Inghilterra)  e quindi la necessità di avviare un confronto per dare risposte concrete ai lavoratori precari, a partire dalla conclusione del processo di stabilizzazione avviato con la riforma Madia e dal superamento dell’iniqua norma, introdotta nella legge di costituzione del MUR, che impedisce al personale degli EPR l’applicazione del differimento dei termini dei requisiti per l’applicazione della stabilizzazione prevista con il “milleproroghe” 2020.

Riguardo l’Alta formazione artistica e musicale, abbiamo chiesto l’apertura di tavoli relativi:

  • all’emergenza (Protocollo nazionale anticontagio e relativa Intesa nazionale con le organizzazioni sindacali, linee di indirizzo sulla didattica a distanza in relazione agli insegnamenti e/o settori artistico-disciplinari, Esami finali dei percorsi di studio con particolare riferimento agli imminenti concorsi ordinari e alla possibile apertura delle graduatorie per le supplenze nel settore Scuola);
  • alle attività ordinarie (Accordo sulle risorse del fondo di istituto e per la formazione del personale, proroga della normativa sulla mobilità, attivazione delle procedure per la definizione dei contingenti delle immissioni in ruolo del personale docente e tecnico amministrativo, chiarimenti sul conferimento dei contratti di insegnamento);
  • ai processi avviati (Reclutamento, Statizzazioni, trasformazione posti di II fascia in posti di I fascia).

Naturalmente abbiamo valutato positivamente il fatto che il Ministro abbia dato seguito alla richiesta di proseguire il confronto in incontri specifici per settore, ora si tratta di verificare che il confronto si avvii effettivamente nel merito delle problematiche poste e che ci sia la determinazione per produrre un concreto avanzamento, con la consapevolezza che ci sono precise scadenze e che quindi il tempo a disposizione è limitato. La delegazione ministeriale che ha partecipato agli incontri si è riservata di darci presto una risposta rispetto alle questioni di metodo e di merito rappresentate.

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