Incontro con il Ministro Bianchi su ITS e Riforma degli istituti tecnici e professionali

Riforma ITS ministro Bianchi

Servono profonde modifiche a proposta di legge di riforma ITS. Prevista la costituzione di un gruppo di lavoro con le parti sociali sulla riforma degli istituti tecnici e professionali. Si è svolto il 26 agosto in videoconferenza il primo incontro tra organizzazioni sindacali e Ministero dell’Istruzione dedicato agli interventi, previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, relativi a ITS (Istituti Tecnici Superiori) e Sistema degli istituti tecnici e professionali. L’incontro rientra nell’ambito degli impegni previsti dal Patto per la scuola al centro del Paese sottoscritto il 20 maggio 2021.

In particolare il PNRR nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca”, prevede due riforme e un investimento:

Riforma 1.1: Riforma degli istituti tecnici e professionali;

Riforma 1.2: Riforma del sistema ITS;

Investimento 1.5: Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS)

Le due riforme sono a costo zero; l’investimento ha stanziamenti per 1,5 miliardi di euro fino al 2026.

All’incontro erano presenti sia le organizzazioni sindacali confederali che di categoria.

Il Ministro Bianchi, aprendo i lavori, ha ricordato che la Camera dei deputati ha approvato un disegno di legge sul riordino degli ITS che prevede, tra l’altro, l’emanazione di ben dieci decreti attuativi in capo al ministero stesso. Alcuni punti di criticità sono però già evidenti nella proposta normativa:

  1. come si inserisce la riforma degli ITS all’interno del quadro complessivo delle riforme previste dal PNRR e, in particolare, la riforma dell’istruzione tecnica e professionale e quella dell’orientamento
  2. Il rapporto con il sistema universitario, in quanto l’ITS è di livello terziario anche se non di natura accademica
  3. la dimensione nazionale del sistema di istruzione tecnica superiore, pur nel rispetto delle autonomie regionali

Il Ministro ha dichiarato la sua forte contrarietà alla moltiplicazione delle Fondazioni ITS

La CGIL e la FLC CGIL hanno chiesto che l’incontro odierno rappresenti la base di partenza per un lavoro di discussione e confronto nell’ambito di specifici tavoli tecnici sulle riforme in atto, fermo restando che i due temi non possono essere posti sullo stesso piano: su ITS il DDL è passato alla Camera ed è ora ai lavori del Senato, mentre la Riforma degli istituti tecnici e professionali è tutta da costruire e necessita di un confronto che parta dall’inizio, in cui l’interlocuzione con le parti sociali deve avere un ruolo continuo e di rilievo.

Nello specifico degli ITS, la CGIL ha espresso forti critiche al DDL e chiesto profonde modifiche al testo. Vi è il tempo necessario per affrontare il tema con maggiore attenzione e condivisione visto che il cronoprogramma del PNRR prevede tempi distesi. In particolare la riforma ITS può essere approvata entro il 4° trimestre del 2022, ossia entro il 31 dicembre 2022, e la legislazione secondaria deve entrare in vigore entro il 4° trimestre del 2023.

In ogni caso per la CGIL il sistema ITS deve poggiarsi su elementi chiari e non-derogabili:

  • definizione della missione del sistema ITS connessa alle politiche di innovazione industriale in ben precise aree tecnologiche considerate strategiche per lo sviluppo del Paese
  • garanzia della natura pubblica e nazionale del sistema degli ITS, attribuendo la funzione di soggetto promotore e di riferimento ad un istituto scolastico statale
  • standard quali–quantitativi omogenei che, pur nel rispetto delle competenze delle Regioni, diano vita ad un “sistema nazionale ITS” basato su principi comuni e condivisi su tutto il territorio nazionale;
  • una regia pubblica che non affidi l’incontro tra domanda/offerta di competenze solo alle singole aziende
  • centralità della missione formativa degli ITS: nessun affidamento di compiti per l’intermediazione di manodopera
  • definizione dei livelli di qualificazione di coloro che operano negli ITS; quota significativa di personale stabile e formato, il cui lavoro è contrattualmente regolato da CCNL
  • un sistema di monitoraggio e valutazione che sappia leggere le criticità e intervenire a correggerle attraverso azioni mirate e sostenere azioni di potenziamento del sistema;
  • cabine di regia a livello nazionale e regionale con la partecipazione diretta delle parti sociali al fine di legare l’esistenza degli ITS e la definizione dei relativi percorsi, a politiche di sviluppo del Paese e a precise scelte di politica industriale su ambiti tecnologici strategici strettamente connesse con le politiche di ricerca.

Ci siamo impegnati a presentare una memoria scritta che riassuma le nostre proposte.

Riguardo alla Riforma degli istituti tecnici e professionali, abbiamo ricordato che:

  1. qualsiasi intervento ordinamentale sulle filiere della secondaria di II grado deve avere come orizzonte di riferimento, l’elevamento dell’obbligo scolastico a 18 anni
  2. il riordino del 2017 (D.Lgs 61/2017) dell’istruzione professionale sta avendo un esito fallimentare a partire dal dato oggettivo del crollo delle iscrizioni. Esso ha acuito in maniera parossistica processi in atto da anni: parcellizzazione e gerarchizzazione tra filiere formative, creazione di percorsi a vicolo cieco in cui far convergere i soggetti più fragili per provenienza sociale e culturale nonché provenienti da negative esperienze scolastiche e mancato orientamento in uscita. Aspetti che andrebbero affrontati prima di qualsiasi discussione su ordinamenti, piani orari, discipline, ecc.
  3. l’istruzione tecnica nonostante i pesanti interventi del riordino Gelmini, continua ad essere molto attrattiva essendo ogni anno scelta da oltre il 30% dei nuovi iscritti alla secondaria di II grado.

Riguardo la riforma degli istituti tecnici e professionali il Ministro ha accolto la nostra richiesta e si è impegnato a costituire un gruppo di lavoro presso la sua segreteria tecnica per avviare una discussione approfondita e propositiva sul tema.

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