INFN: finalmente sbloccata la costituzione del fondo previsto dall’articolo 90 del CCNL

Nella riunione di contrattazione integrativa siglato il CCNI 2017 per il personale dei livelli IV -VIII e avviate le procedure per l’applicazione degli articoli 53 e 54.

Il 1°aprile 2020 si è tenuta, in modalità online, la riunione di contrattazione integrativa con l’INFN sui seguenti punti:

  1. Costituzione fondo art. 90

  2. CCNI incentivi RUP

  3. CCNI benefici assistenziali

  4. CCNI salario accessorio personale IV – VIII, annualità 2017

  5. CCNI salario accessorio personale I – III, annualità 2017

  6. Bandi per progressioni economiche personale tecnico amministrativo

  7. Varie ed eventuali.

Con grande soddisfazione, dopo tutte le iniziative e le lotte di questo ultimo periodo, si è finalmente conclusa positivamente la costituzione del fondo necessario per avviare le progressioni previste dall’articolo 54.

Il fondo, che ammonta a 1.272.000 euro ed è stato deliberato nell’ultimo consiglio cstdirettivo dell’Ente, consentirà il sostanziale passaggio di tutti gli aventi diritto (circa 440 persone).

Il fondo così stanziato dovrebbe essere sufficiente anche perché contestualmente passeranno da operatore a collaboratore le unità di personale in possesso del diploma di scuola secondaria superiore, liberando così ulteriori risorse.

Le procedure, non così semplici nei tempi, dovrebbero concludersi entro settembre con il pagamento a decorrere da gennaio 2020.

Abbiamo raggiunto anche l’accordo sul disciplinare RUP. Da segnalare la novità, fortemente voluta da noi, che le eccedenze che si dovessero determinare dopo aver liquidato i compensi spettanti al personale, saranno destinate al finanziamento del Fondo Risorse Decentrate dell’anno di riferimento per il personale dell’INFN.  Il regolamento, così come gli altri documenti sottoscritti, sarà reso disponibile, nella stesura definitiva, nei prossimi giorni e vi à inviato tempestivamente.

La firma del Contratto Integrativo per i benefici socio assistenziali è stato invece rinviato alla prossima riunione perché dovranno essere apportate ancora delle modifiche.

Abbiamo invece sottoscritto, ed è un altro passaggio importante, il contratto integrativo per i livelli IV – VIII relativo al 2017 e, speriamo a breve, affronteremo quello relativo al 2018.

Di rilievo in questo contratto la cifra messa a disposizione delle risorse per applicare i passaggi previsti dall’articolo 53.

I passaggi saranno effettuati in due tranche, la prima nel 2020 e la seconda nel 2021, in quanto occorreranno anche le risorse che saranno previste nel contratto integrativo del 2018. La prima tranche potrebbe riguardare all’incirca il 60 % degli aventi diritto, la seconda il restante 40%.

Non abbiamo invece sottoscritto a differenza di CISL e UIL, una dichiarazione congiunta con l’Ente che impegna a riconoscere nel 2018 un preciso incremento di indennità solo per alcune figure professionali. Il sistema delle indennità va rivisto per tutti, senza fissare a priori soluzioni che riguardano solo qualcuno.

Il contratto integrativo del 2017 per ricercatori e tecnologi, che avevamo sottoscritto a gennaio non ha avuto il nullaosta dei revisori dei conti in merito all’indennità di valorizzazione e trasferimento della conoscenza perché data sostanzialmente “a pioggia”. Abbiamo rifiutato, insieme ad ANPRI, un’inaccettabile proposta dell’Ente che di fatto inseriva surrettiziamente la valutazione individuale di ricercatori e tecnologi non prevista da nessuna norma contrattuale. Abbiamo allora proposto che la verifica venga fatta contestualmente alle progressioni di fascia stipendiale, con criteri analoghi sulla base di una relazione di attività redatta dagli interessati. La delegazione di parte pubblica si è impegnata a portare questa posizione in Giunta. Speriamo che in tempi molto brevi si possa chiudere anche questa partita.

Abbiamo chiesto di conoscere quali modalità si stanno seguendo nei confronti del personale precario, in particolare per gli assegnisti. L’Ente ha precisato che tutti i contratti sono stati approvati e che, dove la norma lo consente, si faranno i concorsi in remoto.

Infine abbiamo ricordato come l’atteggiamento dell’Ente sul telelavoro e in particolare il non accoglimento delle domande che hanno superato il 2%, sia frutto anche dell’incomprensione che il telelavoro ed il lavoro agile non sono la stessa cosa e non sono un “regalo” al lavoratore, ma una diversa modalità di prestazione lavorativa.

Anche per quanto riguarda il mancato pagamento del lavoro straordinario in lavoro agile nelle giornate in cui si è in servizio in sede, abbiamo ribadito come l’Ente stia sbagliando. E’ evidente che non è un problema dell’oggi, ma andrà risolto.

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