INFN: Green pass, lavoro agile, articolo 53 e aggiornamenti vari

INFN emergenza covid

Sul tema Green Pass, lavoro agile, articolo 53 all’INFN, il 7 ottobre 2021 si è tenuto un incontro con l’Ente con il seguente ordine del giorno:

  1. Controlli Green Pass per accesso alle strutture INFN
  2. Aggiornamento telelavoro e lavoro agile personale dipendente
  3. Aggiornamento art. 53 e CCNI I-III
  4. Aggiornamento Fondo nazionale pensione complementare Perseo-Sirio
  5. Aggiornamento concorsi in atto
  6. Chiarimento su disciplinare benefici assistenziali
  7. Aggiornamento IOS e IVP
  8. Protocollo d’intesa orario di lavoro Sezione di Pisa
  9.  Firma CCNI RUP
  10. Informativa Pre-ruolo

Punto 1

Come avviene ormai da diverse sedute, la riunione si è aperta con l’aggiornamento, da parte di Marta Dalla Vecchia, della situazione in Istituto legata all’emergenza sanitaria.

Da settembre 2020 sono 127 i casi accertati di contagio all’interno dell’Istituto.

Al 20 settembre si è riscontrata una presenza fisica sul posto di lavoro pari al 67% (64% ricercatori/tecnologi e 73% tecnici-amministrativi).

L’Ente prevede un più marcato rientro a partire dal 15 ottobre.

Abbiamo fatto presente che il rientro in servizio non può evidentemente prescindere dal rispetto di tutte le norme e del protocollo di sicurezza in vigore almeno fino al 31 dicembre di quest’anno.

Invitiamo tutti a vigilare su questo aspetto e a segnalare eventuali problemi.

L’esigenza posta dall’Ente di un maggior rientro sul posto di lavoro, in considerazione anche delle recenti disposizioni governative, deve considerare come il lavoro agile di questo periodo emergenziale abbia comunque consentito il buon funzionamento di tutte le strutture.

Andrà inoltre tenuta presente l’esigenza di non creare fratture su questi aspetti tra ricercatori/tecnologi e personale tecnico-amministrativo.

L’accesso obbligatorio con green pass a partire dal 15 ottobre per tutte le strutture INFN, compresi i laboratori nazionali, a nostro avviso necessiterebbe di un periodico, gratuito e volontario, screening con tampone per tutti quelli che volessero sottoporvisi.

Punto 2

Per il telelavoro sono stati prorogati tutti i contratti in scadenza a settembre.

L’impegno comune è provare di chiudere entro novembre un nuovo accordo su questo punto che tenga conto della parallela coesistenza del lavoro agile.

Andrà anche probabilmente aggiornato il disciplinare sul lavoro agile che condividemmo prima dell’inizio della pandemia.

Telelavoro e lavoro agile non coincidono, rappresentano istituti con finalità e modalità diverse.

Pensiamo che il lavoro agile debba essere considerato come un diritto del lavoratore e normato dal contratto nazionale, sottraendolo a incursioni legislative di varia natura.

Punto 3

Ci è stato comunicato che sull’articolo 53 la Funzione Pubblica pretende che i passaggi ammontino a solo il 50% degli aventi diritto.

L’amministrazione ci ha informato che i giorni successivi avrebbe dovuto esserci un altro passaggio in Funzione Pubblica per far si di superare tale limite. Purtroppo i giorni successivi alla trattativa abbiamo ricevuto informazioni che l’incontro non ha avuto esito positivo ed e’ stato calendarizzato un incontro tra OO.SS e delegazione INFN in la settimana prossima per affrontare la situazione.

Non condividiamo nella maniera più assoluta l’impostazione della Funzione Pubblica con l’inserimento di un limite surrettizio del 50% ai passaggi art 53 e chiediamo in ogni caso all’Ente di sostenere fino in fondo l’accordo sottoscritto.

I lavoratori e le lavoratrici dell’INFN hanno diritto a vedere pagata l’applicazione dell’articolo 53 nelle misure che sono state concordate.

Per il contratto integrativo del 2017 riguardante ricercatori e tecnologi l’autorizzazione di Funzione Pubblica e Mef non è ancora arrivata.

La pretesa di introdurre elementi di valutazione in quel contratto non è per noi accettabile e del resto al CNR e in altri enti di ricerca sono stati autorizzati contratti integrativi come il nostro. Siamo fiduciosi che l’Ente riuscirà a sbloccare questa situazione che altrimenti, oltre a pregiudicare la possibilità di fare altri accordi per gli anni successivi, aprirebbe un pesante conflitto.

Punto 4

Il 16 settembre 2021 è stato sottoscritto l’accordo che regolamenta l’adesione al Fondo Perseo-Sirio, anche con la modalità del silenzio-assenso.
L’accordo si applica al personale assunto, dopo il 1° gennaio 2019, nelle amministrazioni pubbliche destinatarie del Fondo Perseo-Sirio, il fondo di previdenza complementare negoziale a cui possono aderire, tra gli altri, i lavoratori degli enti di ricerca.

L’accordo definisce modalità e regole che assicurino la più ampia informazione per i neo-assunti. È previsto che il lavoratore, al momento dell’assunzione, riceva una dettagliata informativa, sull’attività del Fondo pensione, sulla possibilità di iscriversi e sulla modalità di adesione mediante silenzio-assenso. 

Nei sei mesi successivi, il lavoratore può iscriversi direttamente o esprimere la volontà di non aderire. Se il dipendente non manifesta alcuna volontà, allo scadere dei sei mesi è iscritto.

Il Fondo comunicherà ai nuovi iscritti l’avvenuta adesione, ribadendo il diritto al recesso da attivarsi entro un mese. 

Trascorso questo ulteriore periodo, senza che sia stata manifestata alcuna volontà, l’iscrizione si consolida.

Riteniamo utile precisare che per il personale che ha il TFS, di fatto, l’adesione al Fondo Perseo-Sirio non è conveniente. Diverso è per chi è in regime di TFR

Nei giorni scorsi l’INFN ha avviato una interlocuzione con l’ARAN per verificare la praticabilità di una soluzione, ancorché parziale, al problema di chi non percepisce la polizza INA. L’interlocuzione per ora non ci pare che abbia prodotto risultati tangibili, in particolare non sembra percorribile la possibilità da parte dell’INFN di incrementare la quota versata dal datore di lavoro, fissata all’1% della retribuzione da una normativa che riguarda tutti gli enti di ricerca.

Ci è stato inoltre riferito che il costo della polizza INA per l’ente è di circa 10M di euro all’anno e che ogni anno l’ente versa circa 100k euro in meno a causa dei pensionamenti, questa cifra potrebbe essere utilizzata a favore di coloro che non godono della polizza INA. Rimane però il problema di quale strumento utilizzare per questa operazione. Al momento La strada contrattuale ci pare quella più percorribile e su questo abbiamo concordato di proseguire il confronto.

Punto 5

Sono state presentate 169 domande (pari al 73% degli aventi diritto) per il concorso a dirigente di ricerca e 65 domande (pari al 68% degli aventi diritto) per il concorso a dirigente tecnologo.

Per il primo ricercatore gli orali sono in corso mentre per primo tecnologo si sono conclusi.

Sono state presentate 223 domande per il concorso riservato ai comma 2.

Su questo punto non possiamo che rimarcare come la soluzione adottata non sia esaustiva del problema del precariato, anche se sono stati fatti grandi passi avanti rispetto alle chiusure totali di poco tempo fa.

L’Ente, su nostra richiesta, ha purtroppo nuovamente ribadito che non considererà il periodo di assegno di ricerca svolto presso l’Università come utile per la maturazione del diritto a partecipare al bando.

È una scelta sbagliata e incomprensibile che apre la strada, ancora una volta, ai ricorsi alla magistratura. Non se ne sentiva francamente il bisogno.

Punto 6

Il sindacato ha evidenziato alcune difficoltà che sono insorte da parte dei dipendenti nel richiedere l’accesso ai benefici. Si è convenuto sull’utilità quindi di un atteggiamento non rigido nell’esaminare le domande con la possibilità di integrare o modificare la documentazione eventualmente presentata in modo non conforme.

Punto 7

Ancora interlocutoria la discussione su questo punto che ha bisogno di ulteriori approfondimenti. Sicuramente, speriamo a breve, verrà modificata, per quanto non corrispondente al dettato contrattuale, le modalità seguite nell’erogare la IOS e l’IVP per ricercatori e tecnologi.

Punto 8

Si è proceduto all’autorizzazione alla sezione di Pisa di adottare, per alcuni dipendenti, una particolare tipologia di orario. Abbiamo fatto presente come in futuro, su questi aspetti, sia necessario l’accordo tra le RSU e la direzione della sezione/laboratorio e non un contratto stipulato in sede di trattativa nazionale.

Punto 9

Si è firmato il CCNI relativamente all’utilizzazione del Fondo relativo agli incentivi per funzioni tecniche per i dipendenti dell’INFN.

Come avevamo segnalato l’Ente, recependo i rilievi di Funzione Pubblica e MEF, ha stralciato dall’accordo la possibilità che la parte del fondo incentivi, a vario titolo non distribuita, potesse essere conferita al fondo per il trattamento accessorio, destinandola invece a economie per l’Ente.

Pur considerando negativamente questa scelta abbiamo ora condiviso con l’Ente una modalità di redistribuzione delle eventuali risorse non distribuite attraverso la contrattazione a tutto il personale dell’Istituto, e questo può risolvere il problema creatosi.

Punto 10

È in discussione in Commissione Istruzione al Senato, in sede redigente,

il disegno di legge sulla riforma del pre-ruolo e reclutamento.

La norma riguarda in particolare le Università, ma a questo ddl è stato “appiccicata” anche una parte riguardante gli enti di ricerca.

La FLC CGIL ha chiesto lo stralcio di questa norma, che così com’è non va bene, per arrivare viceversa ad una legge delega che abbia tempi e modi di affrontare seriamente questi problemi, intrecciandoli con quella che dovrà essere la discussione, in sede di rinnovo del contratto nazionale, sulla revisione dell’ordinamento professionale.

Il disegno di legge realisticamente potrebbe essere approvato dal Parlamento entro il mese di novembre.

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