La FLC CGIL invia una diffida all’INFN perché si proceda con le stabilizzazioni

La FLC CGIL, tramite il suo ufficio legale, ha inviato diffida formale al Presidente dell’INFN ad adempiere all’impiego delle risorse per le procedure di stabilizzazione. La diffida è stata trasmessa anche al Ministro Bussetti, al Vice Ministro Fioramonti ed al Capo Dipartimento Valditara.

In sintesi la diffida ricorda come il legislatore abbia previsto la possibilità da parte delle pubbliche amministrazioni di stabilizzare il personale in servizio assunto nel corso degli anni con contratti di lavoro flessibili (articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017 n. 75).

In particolare la stabilizzazione è possibile per il personale che possegga tutti i seguenti requisiti:

a) risulti in servizio successivamente alla data di entrata in vigore della legge n. 124 del 2015 con contratti a tempo determinato presso l’amministrazione che procede all’assunzione;

b) sia stato reclutato a tempo determinato, in relazione alle medesime attività svolte, con procedure concorsuali anche espletate presso amministrazioni pubbliche diverse da quella che procede all’assunzione;

c) abbia maturato al 31 dicembre 2017, alle dipendenze dell’amministrazione che procede all’assunzione almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi 8 anni.

Inoltre è consentito dal comma 2 dell’articolo 20 del decreto legislativo 75/2017, bandire procedure concorsuali riservate, in misura non superiore al cinquanta per cento dei posti disponibili, al personale non dirigenziale che possegga tutti i seguenti requisiti:

a) risulti titolare, successivamente alla data di entrata in vigore della legge n. 124 del 2015, di un contratto di lavoro flessibile presso l’amministrazione che bandisce il concorso;

b) abbia maturato, alla data del 31 dicembre 2017, almeno tre anni di contratto, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, presso l’amministrazione che bandisce il concorso.

Per gli Enti di Ricerca il triennio può essere conseguito anche con attività svolta presso diversi enti e istituzioni di ricerca, ed il lavoro flessibile ricomprende i contratti di collaborazione e gli assegni di ricerca.

Chiara quindi la volontà del legislatore di consentire agli enti di ricerca, ivi compreso l’INFN, attraverso i finanziamenti riconosciuti dal Ministero, la stabilizzazione del personale precario da diversi anni sia con contratti a tempo determinato sia con altre forme di contratto di lavoro flessibile.

L’INFN, ad oggi, nonostante la chiarezza delle disposizioni normative richiamate, ha stabilizzato soltanto il personale avente un’anzianità di servizio presso l’INFN formalizzata esclusivamente con contratti a tempo determinato. Lettera morta, per ora, è rimasto quanto dichiarato dal Presidente Ferroni a febbraio.

Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, con decreto dell’agosto 2018 ha peraltro assegnato ulteriori fondi per la stabilizzazione de personale precario.

All’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sono stati assegnati, per la stabilizzazione del personale precario, più di 15 milioni di euro.

Nonostante le chiare indicazioni fornite dal Miur, l’INFN non intende utilizzare le risorse sopra richiamate per la stabilizzazione del personale precario ritenendo, erroneamente, che tali risorse non sarebbero vincolate in tal senso, tant’è che nel piano triennale 2019-2021 si afferma che l’importo assegnato per la ex premialità pari ad euro 15.692.613 “non ha una destinazione vincolata”.

Abbiamo quindi diffidato l’Ente a completare la stabilizzazione del personale precario che ancora oggi risulta escluso dal piano di stabilizzazione attraverso l’impiego delle risorse messe a disposizione del Miur, modificando nel contempo quanto previsto dal piano triennale 2019-2021.

Fonte: FLC CGIL

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