Nomine supplenti: l’algoritmo penalizza i precari e le scuole lavorano con orari ridotti

Sistema INS per le procedure informatizzate supplenze: l'informativa del MIM

Stiamo seguendo da settimane come FLC CGIL l’andamento e le problematiche connesse all’attribuzione dei contratti di supplenza con la procedura delle nomine informatizzate. L’innovazione delle procedure di assegnazione dei contratti, con l’utilizzo dell’algoritmo è stata introdotta con l’obiettivo di velocizzare i tempi di assegnazione dei supplenti alle scuole. Sappiamo però che data la natura sperimentale dell’algoritmo utilizzato ci sono stati molti problemi che abbiamo puntualmente segnalato sia all’amministrazione che nei nostri comunicati pubblici.

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Uno dei problemi più gravi che a oggi non hanno trovato soluzione riguarda la penalizzazione subita da tanti docenti precari che ricoprono le più alte posizioni delle graduatorie. Si tratta di un fenomeno che ci segnalano da diverse province, soprattutto quelle più grandi, come Napoli, Milano, Roma, dove tanti insegnanti sono rimasti senza incarico e poi scavalcati nei successivi turni di nomina da chi ha punteggi più bassi.

Si tratta di un effetto paradossale prodotto da due fattori: la tempistica troppo frettolosa con cui sono state avviate le operazioni del primo turno di nomina dei supplenti, quando ancora tante sedi disponibili derivanti da rinunce non erano ricomprese ricomprese nel pacchetto dei posti assegnabili e la previsione per cui la mancata espressione anche di una sola sede disponibile nel proprio turno di nomina equivale a rinuncia all’incarico.

Il risultato è stato che docenti con posizione molto alta in graduatoria, che non hanno inserito alcune sedi assai distanti e disagiate, non hanno ottenuto alcun incarico di supplenza. Successivamente, nuovi turni di nomina che hanno coinvolto docenti con punteggi più bassi hanno poi assegnato sedi centrali, indicate tra le preferenze anche da chi aveva punteggi più alti, al personale collocato nelle posizioni più basse delle graduatorie.

Il tema che si pone quindi è duplice: garantire a chi lavora da anni, ed è quindi un precario “storico” l’accesso all’incarico di supplenza nel rispetto dell’ordine di graduatoria e la necessità di inserire sin da subito tutti posti effettivamente disponibili.

La scorsa settimana abbiamo incontrato tante docenti precarie storiche delle GAE dell’infanzia di Napoli, escluse dalle nomine e scavalcate da chi ha punteggi più bassi. Analoghi problemi ci vengono segnalati dai precari di Milano e di Roma, che in diversi casi non hanno ottenuto la supplenza perché le sedi indicate non erano disponibili, e poi quelle medesime scuole sono state assegnate a chi ha punteggi più bassi.

Insomma il sistema dell’informatizzazione richiede dei correttivi che in sede nazionale e anche locale devono essere assunti, perché il risultato di questi meccanismi non solo danneggia tanti lavoratori precari, ma sta lasciando molte scuole con le cattedre scoperte.

Ricordiamo che tra gli ulteriori errori seriali dell’algoritmo che devono trovare soluzione abbiamo anche segnalato:

  • l’impossibilità di unire più spezzoni, fino a raggiungere un numero di ore adeguato a garantire un salario dignitoso che consenta alle persone di vivere dignitosamente
  • l’applicazione errata del sistema delle precedenze, tanto che i docenti specializzati su sostegno sono stati scavalcati persino da chi non ha la specializzazione
  • la confusione tra riserve (ad es. L. 68/99 connessa all’invalidità civile) e precedenze (ad es. L.104/92), per cui il software invece di accantonare i posti per i riservisti glieli ha assegnati con priorità assoluta.

In questo contesto abbiamo avuto province dove l’amministrazione è intervenuta puntualmente con correttivi che hanno attenuato gli effetti di queste storture dell’algoritmo e territori dove invece i problemi non sono stati risolti.

La richiesta unitaria presentata al Ministero di incontro urgente rimane purtroppo inevasa, ma è questo un tema che richiede un confronto in quanto adottare dei correttivi e migliorare l’impostazione delle procedure, riducendo il contenzioso, è anche interesse del Ministero dell’Istruzione.

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