Ieri, la V commissione del consiglio regionale del Lazio ha audito le associazioni studentesche in in merito alla Legge Regionale sul Diritto allo Studio, durante la quale sono stati presentati gli emendamenti della Giunta.
“Pensiamo che la proposta di legge sia un importante avanzamento in tema di diritto allo studio nella Regione Lazio – dichiara Francesco Pellas di LINK e rappresentante Adisu di Università Roma Tre – in quanto questo testo prevede sia il ripristino della democrazia e della partecipazione studentesca, sia un ampliamento della platea che può usufruire dei servizi del diritto allo studio regionale. Con questa proposta di legge infatti, si modifica una situazione, presente dal 2013 e ormai insostenibile, di un sistema di servizi relativi al diritto allo studio gestiti da un Commissario straordinario sottraendo ogni ruolo ai rappresentanti degli studenti.
Le audizioni odierne hanno mostrato la volontà di un ulteriore passo avanti e una disponibilità alle nostre richieste.
Rispetto alla nostra richiesta di una presenza di due rappresentanti degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell’Ente, a differenza della proposta presente all’interno della legge di un solo studente nell’organo, abbiamo riscontrato la possibilità di una ridiscussione del numero dei rappresentanti. Rispetto a questo, continueremo a batterci, affinché venga garantito il numero di due studenti per una maggiore rappresentatività ed incisività nelle decisioni dell’organo principale dell’ente.
La nostra richiesta di una consulta studentesca, con parere obbligatorio su bandi e regolamenti, composta da rappresentanti degli studenti e delle studentesse delle residenze e dai dottorandi è stata accolta positivamente dalla Giunta.
Estremamente positiva è stata anche la discussione rispetto alle misure compensative, cioè l’ulteriore erogazione dei servizi a dottorandi, alle figure che si trovano in percorsi a metà tra la formazione e il lavoro e a studenti non ricompresi nelle classiche borse di studio. Chiediamo misure compensative di servizi ed erogazione monetaria per gli studenti con un ISEE tra 23.000 e 28.000.
“ADI Roma esprime un profondo apprezzamento per una proposta di legge che promuove un modello di diritto allo studio inclusivo di quei soggetti in formazione post-lauream ad oggi privi di tutele, come i dottorandi senza borsa. Sarà fondamentale garantire effettive misure di welfare per queste figure, a cominciare dal diritto all’abitare, alla mobilità e all’accesso alla cultura. Allo stesso tempo è di primaria importanza introdurre una rappresentanza dei dottorandi presso la Consulta regionale degli studenti: una proposta virtuosa in quando nazionale che vede in maggioranza i dottorandi senza voce in capitolo su diritto allo studio. ADI Roma sosterrà e si batterà perchè questa legge regionale possa dar vita a un diritto allo studio realmente universale e produrre un avanzamento sostanziale nelle condizioni di studio, lavoro e vita di tutti i soggetti in formazione post-lauream”.
“La FLC CGIL di Roma e del Lazio valuta positivamente la riapertura della discussione con le Organizzazioni Sindacali e le associazioni studentesche e dei dottorandi sui temi legati al diritto allo studio e alla conoscenza nella Regione Lazio.
Positivi gli emendamenti della Giunta che prevedono lo stralcio delle parti che facevano riferimento generico al diritto allo studio scolastico e la formazione professionale, con il rischio di rivelarsi solo una dichiarazione di intenti e non affrontare realmente la necessità di superamento della Legge sul diritto allo studio scolastico del ’92, l’assenza di una Legge Regionale di riordino complessivo del settore della formazione professionale e la necessità di coordinamento con la recente Legge Regionale sul sistema educativo regionale d’istruzione e formazione professionale finalizzato all’assolvimento dell’obbligo scolastico.
Chiediamo che nell’avanzamento dell’iter legislativo si proceda celermente e che si tengano come punti essenziali gli elementi innovativi della proposta: ampliamento dichiarato degli interventi, dei servizi, delle prestazioni e degli istituti di partecipazione dell’Ente, dell’autogestione e cogestione di beni e servizi, l’ampliamento degli spazi democrazia e partecipazione studentesca e dei lavoratori particolarmente nell’ambito della programmazione annuale e pluriennale.”