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Ordine del Giorno della FP CGIL Roma Lazio: Netta contrarietà al DDL “Buona Scuola”, verso lo Sciopero del 5 Maggio

Il Comitato Direttivo della Funzione Pubblica CGIL di Roma e del Lazio, riunito in data 29 aprile 2015, in relazione al disegno di legge meglio  conosciuto con il nome di “Buona scuola” esprime la propria netta contrarietà ad una idea di scuola che si può riassumere nella nota metafora di un uomo solo al comando.

Se ciò era auspicabile all’interno di una sana competizione ciclistica nel cui contesto tale affermazione venne coniata, questa non può essere assolutamente il nucleo fondante su cui si poggia l’intera cosiddetta riforma: di più, noi pensiamo che tale asse culturale non solo non sia utile al Paese ma sia, ad esso, assolutamente pernicioso.

Competizione, premialità individuale, ruolo del Dirigente scolastico, che non a caso diviene il perno dell’intera costruzione, costituzione di albi professionali territoriali pubblici dei docenti, con conseguente modifica delle regole oggi vigenti della mobilità, per cui il trasferimento di un lavoratore da una scuola all’altra potrebbe avvenire solo in virtù di un nulla osta da parte del Dirigente della scuola dove si vorrebbe andare, accompagnate, in una sorta di micidiale combinato disposto, da un rimando di deleghe in bianco al Governo – se ne contano 13 – su molti argomenti.

Tra gli argomenti delle deleghe figurano, in particolare, materie oggi regolate dal contratto che vengono così sottratte, al necessario confronto con le Organizzazioni Sindacali  – riteniamo utile, a tal proposito, sottolineare come queste siano state, da ultimo, legittimate da una partecipazione dei lavoratori della scuola  al voto RSU del 3-5 marzo u.s. pari al 79%, -.

Gli assi culturali su cui si basa tutta la proposta di legge, vanno, pertanto, semplicemente rinviati al mittente in quanto non compatibili con una scuola democratica in cui vige il principio di cooperazione tra docenti, in cui il Dirigente Scolastico svolge, tra gli altri, il ruolo di coordinatore della didattica, in cui il personale ATA è parte integrante e fondante della comunità educante, in cui esistono gli organi collegiali che hanno segnato un vero e proprio punto di svolta, sul piano della partecipazione alla vita democratica, e che hanno rappresentato il modo attraverso cui genitori e studenti diventavano parte integrante del processo formativo.

Serve, invece, che l’autonomia scolastica venga sempre più praticata anche attraverso l’erogazione di somme che possano renderla attuabile; serve che si riapra un nuovo percorso contrattuale all’interno del quale definire valorizzazione e progressione di carriera oltre che definire risorse per porre un ristoro alle esigenze di lavoratori ormai bloccati, dal punto di vista del salario, da tempo immemore;  serve stanziare risorse aggiuntive che ripristinino la possibilità di dare piena attuazione ai Piani dell’offerta formativa che, altrimenti, corrono il rischio di rimanere solo sulla carta; serve che il piano di assunzioni non sia tale solo a metà ma che dia risposte ai precari della scuola che tutti gli anni, di fatto, garantiscono che lo Stato assicuri il diritto allo studio costituzionalmente garantito; serve, infine, che il mondo della scuola divenga, nei fatti e non solo nelle buone intenzioni, il punto di snodo fondamentale da cui far ripartire il Paese.

Per quanto detto, il Comitato Direttivo condivide le motivazioni che hanno portato tutte le sigle sindacali  più rappresentative del comparto scuola all’indizione dello sciopero generale del prossimo 5 di maggio; impegna tutto il proprio quadro dirigente a rappresentare nei posti di lavoro le motivazioni dello sciopero e a partecipare alla manifestazione che si svolgerà a Roma.

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