Per FLC CGIL è imprescindibile un coinvolgimento serio ed efficace del personale nella riorganizzazione dell’Ente, ma deve rilevare che la risposta dei vertici dell’Ente alle richieste di confronto si è finora concretizzata solo nell’invito, esteso a tutti i lavoratori, ad una consultazione online, sotto forma di questionario che non affronta alcun tema attinente alle politiche, all’organizzazione e alla gestione dell’Ente.
Inoltre, il questionario, per come è stato concepito, desta non poche perplessità ed in alcuni casi sembra far emergere alcuni aspetti del processo di riordino che l’Amministrazione ha apparentemente già determinato. In particolare va notato che:
- L’attuale assetto organizzativo basato su Dipartimenti e Istituti non è posto in discussione, nonostante le problematiche da più parti rilevate sul mancato funzionamento dei dipartimenti.
- “Ripartire i posti in modo proporzionale sulla base delle aree strategiche”; “Ripartire i posti suddividendoli proporzionalmente per Dipartimento”; “Ripartire i posti suddividendoli proporzionalmente per Istituto”
Tali risposte, preconfezionate, presuppongono che l’attuale struttura organizzativa resti invariata. Non vi è infatti traccia di un modello organizzativo diverso o una ridefinizione dei ruoli (come la FLC CGIL auspica, in particolare per i dipartimenti). Le risposte non potranno non soffrire di questa indeterminazione. La FLC rileva inoltre come sia previsto che le aree strategiche possano esser mantenute come strumento per la ripartizione dei posti sia per le nuove assunzioni che per le progressioni di carriera, nonostante la diffusa richiesta di superare tale ripartizione. - È totalmente assente qualunque proposta o indirizzo rispetto ai criteri di proporzionalità per la distribuzione dei posti, indipendentemente dal fatto che la ripartizione sia per Istituto, Dipartimento, Area strategica o su base regionale.
- “Bandire annualmente un numero congruo di posizioni di reclutamento per evitare di dover ricorrere alle stabilizzazioni?”.
La FLC CGIL ritiene pleonastico tale quesito: una programmazione seria, regolare nel tempo ed efficace DEVE essere il cardine delle politiche assunzionali dell’Ente.
La stabilizzazione del personale precario, che NON è ancora conclusa, è lo strumento con cui si è evitato che le colpe di anni di miopia politica e mancata lungimiranza nella gestione del CNR, ricadessero su colleghe e colleghi che, nonostante tutto, hanno contribuito al prestigio dell’Ente. - “L’anzianità di servizio deve essere una componente preponderante ai fini della valutazione delle progressioni”.
Facile prevedere che la risposta dipenderà dall’età del compilatore. Di fatto aprendo un conflitto generazionale e una inaccettabile spaccatura del personale. - Nessun riferimento è fatto a criteri di valutazione definiti ex-ante. Nessun riferimento a valutazioni condotte con riferimento ai criteri definiti via via negli anni. Nessun riferimento alla possibilità di sottrarre la valutazione all’autonoma (e spesso fantasiosa) determinazione della commissione.
- “Devono essere ridotte le incombenze gestionali connesse alle attività di ricerca per potenziare la performance scientifica”; “Il supporto alle attività di ricerca deve partire da uno snellimento burocratico”.
Altri quesiti che prevedono risposte lapalissiane e che per la FLC CGIL non dovrebbero nemmeno essere posti. - “Deve essere incrementata la conoscenza delle esigenze operative degli istituti”.
Non è dato sapere chi sia il soggetto che dovrebbe incrementare la conoscenza delle esigenze operative degli Istituti. La dirigenza dell’Ente sta forse ammettendo di essere sentita lontana dalla rete scientifica? - Viene introdotta la figura del leader/responsabile e si pone l’autonomia gestionale in antitesi con le dinamiche gerarchiche, in palese conformità con il modello universitario. Il rifiuto della gerarchizzazione non vede proposto un modello organico alternativo di organizzazione del lavoro. La FLC CGIL ritiene che il pieno rispetto della autonomia della ricerca passi da un’organizzazione basata sulla partecipazione e che ogni tentativo di gerarchizzare il lavoro di ricerca debba essere respinto nel rispetto di quella carta Europe dei Ricercatori spesso invocata, ma raramente applicata.
- Il ruolo del CNR è un tema affrontato con eccessiva semplificazione e superficialità. Un esempio è la risposta proposta: “Intensificazione della pressione sul governo nazionale ai fini dell’incremento di risorse economiche”.
Tutto il personale auspica che la Presidenza sappia esercitare la propria autorevolezza a questo fine, ma pensare che questo possa o debba essere definito come un RUOLO statutario dell’Ente desta non poche perplessità. - “Tutela dell’autonomia del CNR e della ricerca pubblica”.
L’autonomia della ricerca è garantita dall’articolo 33 della Costituzione. Non è necessario farne un tema della riforma del CNR.
La FLC CGIL, nel considerare imprescindibile il coinvolgimento del personale nell’elaborazione del piano di riordino, non ritiene un questionario online un reale ed efficace strumento di partecipazione della rete scientifica. Tale metodologia si sottrae infatti a una discussione seria su temi cruciali per la vita lavorativa delle colleghe e dei colleghi. Inoltre preconfeziona delle risposte, spesso scontate, su questioni che la FLC CGIL ritiene necessitino un confronto approfondito ed articolato che non può non coinvolgere il personale ed i suoi rappresentanti.
Interpellare le persone che lavorano nell’Ente con cinque domande su temi di rilevanza sindacale non significa aver ascoltato il personale.
La riorganizzazione del più grande Ente Pubblico di Ricerca del Paese non è un prodotto aziendale da lanciare sul mercato, attraverso sondaggi di opinione svelandone le caratteristiche solo al momento della presentazione. La riorganizzazione del CNR è lo strumento attraverso il quale migliorare il funzionamento del principale Ente Pubblico di Ricerca e non può essere fatta all’insaputa di chi nel CNR lavora quotidianamente e quotidianamente contribuisce a fare del CNR una eccellenza italiana di rilevanza internazionale.
La FLC CGIL chiede alla Presidente di avviare serie consultazioni con tutti i rappresentanti dei lavoratori, quelli nei CdI, nei CSD e nel CSG e con le OO.SS. perché il riordino veda realmente coinvolti le lavoratrici ed i lavoratori. Per il bene del CNR.