Presso la direzione generale per gli ordinamenti scolastici del MI si è svolta la riunione di informativa sul “Decreto recante la disciplina dei Poli a orientamento artistico e performativo”. Sono interessate le scuole del primo ciclo di istruzione che si costituiscono in Poli per promuovere lo sviluppo dei “temi della creatività”. Modelli organizzativi a costo zero e “ottimizzazione” delle professionalità per l’ennesimo intervento senza risorse aggiuntive.
Si tratta del decreto attuativo del D.Lgs n.60/2017 – Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività, nello specifico dell’art.11 c.4.
Il direttore generale ha illustrato la bozza del testo che vede destinatarie le istituzioni scolastiche del primo ciclo a partire dal 1 settembre 2022; queste, adottando in una o più sezioni, curricoli verticali in almeno tre “temi della creatività”, possono costituirsi in Poli previo sussistenza dei requisiti, e far riferimento alla scuola capofila del medesimo ambito territoriale che coordina e gestisce gli aspetti amministrativo-contabili.
Il decreto definisce i criteri per la costituzione dei poli, le risorse professionali, le finalità formative, i modelli organizzativi, i criteri di monitoraggio e valutazione delle attività espletate dalle scuole afferenti.
È stato premesso che l’attuale versione del testo potrebbe subire modifiche in quanto non è ancora stato acquisito il parere del CSPI e nemmeno espletato il passaggio di coinvolgimento del Ministero della Cultura.
Le nostre osservazioni
Si tratta di un intervento che rientra in un modello tipico della legge 107/15 e dei provvedimenti attuativi che prevedono la valorizzazione di un numero limitato di scuole o reti di scuole d’eccellenza che dovrebbero rappresentare una sorta di avanguardia nell’ambito di specifici settori del sistema educativo.
Le risorse economiche disponibili sono molto limitate ed è prevedibile che l’intervento abbia una ricaduta modesta sul sistema educativo; abbiamo però rilevato come attuando l’obiettivo di contenere le spese, si preveda l’ottimizzazione delle professionalità secondo procedure non chiaramente declinate, sul tipo di collaborazioni, scambi temporanei, utilizzazioni di docenti in specifici accordi.
Nulla in tal senso può avere la nostra approvazione: qualsiasi riferimento al rapporto di lavoro e alle assegnazioni/impiego del personale deve essere riportato nell’alveo contrattuale e lì definito con le parti sindacali.
In senso più lato e nel merito dei contenuti del decreto, abbiamo osservato che voler definire i percorsi della creatività, standardizzando i processi (numero di ore dedicate, professionalità coinvolte, classi di concorso afferenti…), rappresenta un errore culturale oltre che una distorsione sulla metodologia dell’azione educativa.
Soprattutto nella scuola del primo ciclo o peggio ancora, nella scuola dell’infanzia, dove non dovrebbero mai trovare collocazione parole come “espressione artistica”.
Le nostre valutazioni insieme alle proposte di modifica del testo sono state inviate al ministero, come da loro richiesto.