Privatizzazione dell’ATAC – In vista del referendum dell’11 novembre, anche noi abbiamo deciso di appoggiare il fronte del no e di sostenere la posizione dei sindacati di categoria FILT CGIL, FIT CISL e UIL Trasporti. La scarsa informazione riguardo questo tema ha causato troppa confusione e non si è riusciti a captare il reale pericolo che questa decisione comporta nei confronti di tutti coloro che quotidianamente usufruiscono del servizio, dai pendolari ai lavoratori stessi.
Un’eventuale privatizzazione, come già palesato da precedenti esperienze in Italia e in Europa, implicherebbe una serie di problemi tra cui l’aumento dei costi e delle tariffe a carico dei cittadini, la diminuzione della qualità del servizio offerto, la riduzione degli standard di sicurezza e un’ulteriore precarizzazione del lavoro.
Privatizzare un’azienda di trasporti pubblica come ATAC, che dà lavoro a oltre 11 mila persone, significa prendersi tutti i rischi che la gestione di un’azienda privata comporta: “privato” non è garanzia di un servizio migliore, come dimostrato dalle tante esperienze che non hanno offerto un servizio di qualità ed efficienza ai cittadini.
Atac è un’azienda pubblica e tale deve rimanere: devono essere previsti investimenti adeguati al comune/Capitale più grande d’Europa e definita una nuova governance che si fondi sulla discontinuità gestionale e sulla partecipazione dei cittadini.
L’11 novembre partecipa al referendum!