Scuola, protocollo per la sicurezza: rivedere le strategie, fallimento del T0

Protocollo per la sicurezza: rivedere le strategie adottate

Si è svolto nel pomeriggio di lunedì 24 gennaio 2022, l’incontro del tavolo previsto dal Protocollo per la sicurezza nella scuola sottoscritto nell’agosto del 2021. L’incontro si è svolto solo grazie al fatto che la FLC CGIL ha formalmente diffidato il Ministero dell’Istruzione a interrompere il suo atteggiamento reticente e antisindacale negando i dati sui contagi nelle scuole che vanno invece, per contratto, messi a disposizione delle parti negoziali.

Il Ministero dell’Istruzione infatti, pur dichiarando a parole l’esigenza della scuola in presenza, ha disatteso finora tutti gli impegni sottoscritti assieme alle organizzazioni sindacali nel Protocollo, a partire dalla convocazione periodica degli incontri, riportando così le condizioni di sicurezza all’anno zero.

In questa particolare fase dell’emergenza pandemica, riteniamo ancor di più necessaria l’adozione di misure a garanzia di un’attività didattica in sicurezza, misure non volte a ridurre il diritto degli alunni all’attività in presenza ma a renderlo più certo, con indicazioni univoche alle scuole che stanno vivendo una grande confusione, dovendo sottostare a comunicazioni delle ASL che hanno comportamenti difformi da territorio a territorio e dovendo rispondere alle mille e diversificate richieste delle famiglie di alunni e studenti.

Riteniamo fondamentale innanzitutto rivedere le norme sulla rilevazione del T0 – T5 nella primaria, il cui fallimento è sotto gli occhi dello stesso ministero. La sorveglianza con testing ha senso solo se viene assicurata la possibilità di effettuare il tampone T0 a tutta la classe con immediatezza e consentendo alle scuole, in caso di impossibilità ad effettuarlo subito, la possibilità di ricorrere direttamente alla DaD per 10 giorni. 

Occorre poi prevedere modalità didattiche uniformi per il gruppo classe nella scuola secondaria, poiché le differenti opzioni di frequenza, per studenti vaccinati e non, creano discriminazioni e appesantiscono il lavoro didattico e organizzativo delle scuole.

dati sui contagi vanno comunicati settimanalmente e analizzati negli incontri periodici del Tavolo sulla sicurezza per confrontarsi e rivedere eventualmente le strategie messe in campo per affrontare l’emergenza. E pretendiamo dati completi, non privi come sono ora del ben 20% della platea delle scuole, l’incompletezza infatti impedisce una conoscenza della situazione reale del personale, degli alunni e delle classi colpiti dal contagio.

È del tutto evidente la necessità di interventi immediati e urgenti per via amministrativa, laddove possibile, e per via di normativa, laddove necessario e finanziamenti dedicati per compensare il lavoro straordinario che il personale, anche ATA, sta svolgendo in funzione anti-covid.

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