I lavoratori e le lavoratrici dell’Isfol hanno manifestato giovedì 4 ottobre presso il Ministero del lavoro per denunciare le gravi carenze di gestione e le drammatiche conseguenze del prolungato quanto fantomatico commissariamento dell’Istituto
I lavoratori dell’ISFOL sono stati costretti ad un vero e proprio inseguimento del Commissario Matilde Mancini che, forse a causa del doppio incarico di Segretario generale del Ministero del lavoro (vigilante) e di Commissario dell’ISFOL (vigilato), in 9 mesi ha messo piede solo 4 volte presso l’Ente di cui dovrebbe occuparsi.
Vista la mancanza di contatti e di risposte da parte del Commissario, FLC CGIL, FIR CISL, UIL RUA e ANPRI hanno indetto un presidio presso la sede di via Veneto del Ministero del lavoro. Lì infatti il Commissario Mancini presta abitualmente la sua attività nella veste di Segretario generale.
Poiché nel corso del presidio non è giunto alcun riscontro da parte della dott.ssa Mancini, i rappresentanti sindacali e il personale dell’ISFOL hanno deciso di riunirsi in assemblea permanente e di utilizzare, a tal fine, gli ampi uffici che l’ISFOL ha destinato al Commissario e che sono rimasti, sin qui, del tutto inutilizzati.
Solo al termine di una lunga e sconcertante giornata di lotta è stata manifestata una prima disponibilità al dialogo da parte del Commissario.
Troppo poco, visto le gravi condizioni in cui versa l’Istituto a causa della latitanza delle istituzioni che dovrebbero vigilare sul suo buon andamento, dei drastici tagli al finanziamento istituzionale operati, per ultimo, con la spending review e delle mancate risposte ai 250 precari che da molti anni garantiscono, assieme agli altri lavoratori, ricerca di qualità in materia di politiche sociali, del lavoro e della formazione.
FLC CGIL, le lavoratrici e i lavoratori dell’ISFOL chiedono (e non si fermeranno fin quando non avranno ottenuto) l’immediata apertura di un tavolo per affrontare e risolvere i gravi problemi e le emergenze dell’ISFOL:
• per superare la fase di commissariamento e approvare un nuovo statuto adeguato alle caratteristiche e alle esigenze di un ente di ricerca;
• per definire linee strategiche e fonti di finanziamento che consentano il rilancio delle attività di ricerca e assistenza tecnica;
• per garantire gli attuali livelli occupazionali provvedendo urgentemente alla proroga dei contratti a termine in vista di una soluzione non più precaria.