“Decreto anti-rave”: il comunicato della FLC CGIL sulla misura che rischia di “criminalizzare e reprimere la naturale propensione di giovani e studenti all’aggregazione”.
Sul profilo giuridico autoritario e probabilmente incostituzionale del nuovo art 434-bis del codice penale introdotto d’urgenza dal governo si sono già espressi nelle ultime ore autorevoli giuristi, costituzionalisti e associazioni. Appare molto grave infatti, che il primo provvedimento approvato dal governo Meloni sia un decreto che limita la libertà di manifestare sancita dall’Art.17 della nostra Costituzione.
Punire con pene fino a 6 anni di carcere chi occupa aree private e pubbliche con raduni di almeno 50 persone che possono genericamente rappresentare un pericolo per l’ordine, l’incolumità o la salute pubblica ha un grosso significato politico: quello di criminalizzare e reprimere la naturale propensione di giovani e studenti all’aggregazione. Tanto più in un periodo come questo, di grande fermento nelle scuole e nelle università, e nei confronti di una generazione fortemente provata dalla pandemia e dalla crisi economica e sociale in corso, non ci sembra un buon segnale quello dato dal governo con questo decreto.
La FLC metterà perciò in campo ogni iniziativa utile a tutela della libertà di manifestazione di cittadini e studenti e si impegnerà, sin da subito, perché questa norma venga profondamente rivista e abrogata.