Università e Ricerca: incontro con la Ministra Messa sull’atto di indirizzo per rinnovo CCNL

ministra Messa

Il 7 luglio 2021, si è tenuto un incontro con la Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa. L’incontro ha avuto ad oggetto l’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL del settore dell’Università e degli Enti di Ricerca e ha riguardato anche l’indirizzo per l’AFAM, l’altro settore del comparto istruzione e ricerca che fa riferimento al MUR.

La FLC CGIL, unitamente alle altre organizzazioni sindacali presenti, ha dato un giudizio positivo sulla bozza di atto di indirizzo presentata, frutto anche dei precedenti incontri preparatori e che ha recepito molte delle istanze avanzate dalla FLC CGIL. Con questa riunione, valutate anche le dichiarazioni della Ministra, si è fatto un passo in avanti verso il rinnovo del CCNL, essendosi anche delineati, con una significativa concordanza tra MUR e Organizzazioni sindacali, gli aspetti qualificanti del rinnovo del CCNL.

Questi, in sintesi, sono i principali punti:

  • aumento delle retribuzioni avendo come riferimento le altre realtà europee;
  • superamento dei vigenti limiti al salario accessorio per potenziare la contrattazione decentrata e riconoscere professionalità, competenza, impegno e responsabilità del personale;
  • valorizzazione del lavoro agile;
  • riforma dell’ordinamento professionale orientata alla valorizzazione delle professionalità rimuovendo le cause che hanno determinato il sostanziale blocco delle progressioni economiche e di carriera.

È bene però precisare che ora arriverà la parte più difficile, quella che dovrà portare a definire per i nostri settori un contesto economico e normativo che potrà rendere possibile, quando entreranno nel vivo le trattative all’ARAN, il raggiungimento degli obiettivi concordati e quindi realizzare, non a parole ma nei fatti, un buon contratto

Il documento che ci è stato presentato, al netto di qualche ulteriore modifica e della necessità di dover essere integrato con quello del settore scuola, passerà ora al vaglio del ministro Brunetta e del suo ministero e, una volta terminato l’iter autorizzativo, diventerà ufficialmente l’atto di indirizzo che verrà consegnato all’ARAN, che potrà a quel punto aprire la stagione del rinnovo contrattuale anche per il Comparto Istruzione e Ricerca.

Questo iter per la definizione dell’atto di indirizzo, ci potrà dire già qualcosa in più rispetto alla effettiva possibilità di “valorizzare la specificità del comparto istruzione e ricerca rispetto agli altri settori dell’amministrazione pubblica.”, aspetto che viene evidenziato al primo punto nella bozza di atto di indirizzo e che con decisione come FLC abbiamo sempre sostenuto: potersi liberare dagli stringenti vincoli della Legge 150/2009 (Legge Brunetta….), è precondizione per poter realizzare alcuni degli obiettivi delineati nella bozza di atto di indirizzo rispetto all’utilizzo del salario accessorio, alle progressioni economiche e alla valorizzazione professionale, al lavoro agile, ecc. Valuteremo quindi con attenzione se su questa parte l’atto di indirizzo nella sua versione finale rimarrà coerente alla versione che ci è stata presentata e se nel frattempo saranno approvati dei provvedimenti che sottraggano i settori contrattuali dell’università e degli EPR dalle rigidità degli attuali vincoli normativi sulla contrattazione, oppure, in subordine a ciò, se nell’atto di indirizzo rimarrà e verrà rafforzato il riferimento all’art. 20 comma 4 del vigente CCNL, che dovrà però applicarsi a tutto il personale del comparto istruzione e ricerca, compreso il personale del settore università e il personale tecnico amministrativo degli EPR, attualmente esclusi.

Sarà naturalmente determinante per realizzare gli obiettivi previsti dalla bozza di atto di indirizzo, che siano rese disponibili adeguate risorse aggiuntive rispetto al 3,78% della massa salariale ad oggi previsto per il rinnovo del CCNL: prevedere modifiche dell’ordinamento, ipotizzare l’esigibilità e lo sblocco delle progressioni economiche e di carriera, parlare di valorizzazione professionale, senza adeguate e specifiche risorse aggiuntive ha poco senso, in particolar modo nei nostri settori, considerata la situazione economica in cui versano le università e gli EPR e stante il fatto che le risorse economiche per il rinnovo dei CCNL dovranno essere reperite all’interno dei bilanci delle singole amministrazioni.

Rimane il dato importante che ad oggi, valutato l’atto di indirizzo che ci è stato presentato, appaiono realizzabili tutti gli obiettivi definiti nelle linee guida della FLC-CGIL per il rinnovo del contratto nazionale del settore Università e degli Enti pubblici di ricerca, che a partire dal mese di settembre illustreremo e discuteremo con i lavoratori in tutti i posti di lavoro.

Durante la riunione sono emersi due aspetti che non erano presenti nell’atto di indirizzo:

Figura del Tecnologo nelle università. Ad una precisa sollecitazione fatta dalla FLC, che evidenziava come l’istituzione di questa figura a tempo indeterminato nel CCNL era condivisa non solo dalle O.S. ma ci risultava che fosse anche condivisa dalla CRUI e dal CODAU e che l’ARAN aveva ritenuto comunque necessario un intervento normativo per superare quanto previsto a riguardo dalla 240/2010, la Ministra ha fatto presente che nel DL 80, la cui conversione sarà in discussione in questi giorni in Parlamento, verrà previsto un emendamento governativo per prevederlo a tempo indeterminato come figura contrattualizzata nella sezione università del comparto istruzione e ricerca! Aspettiamo quindi questo passaggio normativo, che si dovrebbe concretizzare nei prossimi giorni, per poter affermare che finalmente si realizza un obiettivo che la FLC persegue da molti anni!


Disegno di legge sul pre-ruolo.
Nell’atto di indirizzo nel settore ricerca c’è l’indicazione di rivedere, in coerenza con l’articolo 12 bis del d.lgs 2018/2016, le disposizioni contrattuali che consentono la trasformazione di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato. Questa indicazione ci ha consentito di affrontare l’argomento del completamento del processo di stabilizzazione dei lavoratori precari degli EPR, anche rispetto al fatto che ancora non sono stati ripartiti agli Enti i 25 milioni di euro previsti a riguardo dall’ultima legge di bilancio e di porre l’attenzione sulla riforma del pre-ruolo, rappresentando la forte preoccupazione della FLC sul testo del disegno di legge recentemente approvato dalla Camera dei Deputati: ad oggi siamo di fronte ad una riforma a costo zero, dove permangono vincoli e barriere che rischiano di determinare l’espulsione di decine di migliaia di lavoratori precari nell’università e che inopinatamente ha visto estendere alcune norme al reclutamento degli EPR. In particolare abbiamo posto l’attenzione sull’articolo 6 “(Ulteriori misure per il reclutamento del personale presso gli enti pubblici di ricerca”) che prevede, in analogia con quanto previsto per l’università, la possibilità per gli EPR di procedere a bandi di concorso per ricercatore o tecnologo a tempo determinato con durata di sette anni non rinnovabili e la possibilità di valutare, a partire dal terzo anno, l’inquadramento a tempo indeterminato con la qualifica di primo ricercatore o primo tecnologo. Una norma mai discussa, appiccicata agli EPR con la motivazione di una presunta possibilità di interscambio rispetto al mondo dell’università, una norma che calata nell’attuale ordinamento degli EPR appare incoerente ed iniqua! Per questo saremo impegnati nelle prossime settimane come FLC a sollecitare un confronto con il Ministero e con i parlamentari che dovranno discutere il testo in Senato

La FLC CGIL, considerata la complessità della situazione rispetto al rinnovo del CCNL, ha chiesto alla Ministra il prosieguo del confronto sindacale di approfondimento sui singoli punti dell’atto di indirizzo e il mantenimento di un forte coinvolgimento del Ministero in questa fase e nel momento in cui si aprirà la trattativa all’Aran, sia per seguire l’evoluzione dell’iter di approvazione dell’atto di indirizzo che successivamente il confronto, mettendo in atto tutti gli interventi necessari affinché vengano mantenuti e realizzati gli obiettivi condivisi per arrivare ad un buon rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

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