I fatti della Sapienza, con l’entrata della polizia nell’Università e le violenze nei confronti delle studentesse e degli studenti che protestavano, sono un segnale allarmante. Una repressione violenta che non avremmo voluto vedere e che temiamo si possa ripetere nei confronti delle ragazze e dei ragazzi che ricominciano a manifestare il proprio disagio occupando gli edifici scolastici.
Alle occupazioni non si risponde con gli sgomberi, né con i provvedimenti disciplinari, ma con il dialogo nei confronti di una generazione che ha già sofferto duramente durante la pandemia.
Ribadiamo con forza che non tollereremo che il dissenso venga represso con la violenza e che ciò avvenga nei luoghi della Conoscenza. Confidiamo, per questo, in uno sforzo comune delle istituzioni per mantenere un clima sereno e dialogante nelle scuole e nelle università e in tutti luoghi di formazione.